@Redazione
Prendo atto di quanto sopra.
Comunque resta difficoltoso, a parere di chi scrive, intervenire con continuità in certe discussioni (chiaramente di parte, direi fortemente di parte, di un certo schieramento politico - dico di parte e non faziose, notate) con ragionamenti lungamente approfonditi, perché, mi insegnate, se volete ben approfondire ci vuole un bel po’ di tempo, e, sappiamo tutti (se uno non fa solo questo) il tempo è tiranno. Il più delle volte certi ragionamenti sono stati inopinatamente cancellati (censurati?), lo posso affermare per esperienza diretta. Quindi tutto il lavoro di approfondimento e stesura del commento si va far fottere in un click. Non è una bella cosa, penso che conveniate.
Se quindi compaiono in rete articoli che rispecchiano pienamente le opinioni di chi scrive (e ce ne sono assai ultimamente purtroppo per voi) non ritengo sia poco opportuno (e neppure vietato) citare l’articolo o riportarlo per intero con riferimenti completi al fine di agevolare il lettore. Il tutto al fine di approfondire la discussione e di stimolare un democratico dibattito. Anche con toni aspri (perché no?) ma la democrazia è fatta anche di questo (solo nei regimi dittatoriali questo non è permesso, ancora adesso, voi mi insegnate).
Ovviamente anche in questo ambito vale il famoso detto: "chi semina vento raccoglie tempesta".
Il tono e le castronerie di parte che compaiono in certi articoli gridano vendetta. L’intervento, in questi casi, sorge spontaneo e può essere proporzionalmente irruento, ovviamente.
Ultima cosa, chi decide se l’intervento è lecito od è un troll? È tutta lì la questione.
Non è che è un troll se le cose in cui si trattano nel commento danno fastidio o mettono in evidenza cose che sono in contrasto con le idee di chi ha in mano il cancellino o la linea ideal-politica del sito?
Chi garantisce che la scelta di cancellare un intervento sia solo un ghiribizzo di chi ha in mano il mouse?
Grazie se qualcuno mi risponderà.