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Commento di paolo

su Bannon, Dugin, Salvini e il Gran Disegno Reazionario


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paolo 24 ottobre 2019 18:11

Che la Lega targata Matteo Salvini rappresenti un rischio per la democrazia non c’è alcun dubbio, non fosse altro per la statura politica del soggetto in questione e del suo circondario. La Lega secessionista di Bossi con Salvini si è riscoperta forza nazionalista, ma medita ancora un federalismo che in sostanza la riporta, seppure in forma più soft, all’obiettivo di partenza. Ovvero l’obiettivo rimane il Nord come regione mitteleuropea, saldata all’economia più forte e fiscalmente distaccata dal resto del paese. L’ironia è che cerca di rastrellare voti al Sud per affrancare il Nord. Come dire che Carles Puigdemont cercasse i voti dei cittadini di Madrid per separarare la Catalogana dalla Spagna. I primi a cadere nella trappola saranno gli umbri, ai quali il mago del Papeete, sta promettendo un mondo da sogno, peraltro non difficile dopo i disastri del PD in questa regione. La Lega riempie, bisogna convenire legittimamente, dove la sinistra o pseudo tale fallisce. 

Siccome comunque l’obiettivo generale è essenzialmente di tipo economico, è del tutto evidente che Salvini/Savoini batta tutte le strade utili allo scopo e una di queste è certamente la Russia di Putin, in barba alla concertazione politica della UE, che per la Lega non ha alcun significato.

Poi che la Lega di Salvini sia anche una forza reazionaria estremista saldata organicamente ad ambienti nazifascisti nazionali ed internazionali, personalmente ho qualche dubbio. Credo che in questa fase si tratti più di una esigenza funzionale alla conquista del potere che di una condivisione ideologica. Insomma Salvini, che non accredito di una visione strategica fondata su una elaborazione culturale, cerca voti da portare a casa e non gli frega un tubo di chi siano o da dove provengano.


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