Pari zuppa >
Sia la
LEGA sia M5S dichiarano che ritornare presto al voto non sarebbe un malaugurato
“ripiego”, ma una proficua evenienza per gli stessi cittadini.
Su questa
premessa hanno avviato il confronto per stilare il “contratto” e formare un governo
giallo-verde.. E’ comunque scontato che in caso di insuccesso la responsabilità
sarebbe altrui.
Stando ai fatti.
La LEGA e M5s hanno un “peso” specifico ben
differente in termini di consensi fin qui raccolti. Per vari motivi non tutte
le “promesse” elettorali sono da subito traducibili in provvedimenti concreti.
NON sarà quindi affatto facile comporre un significativo “contratto” ed una squadra di
governo che fissi un “punto di equilibrio” tra le oggettive differenze dei 2 contraenti.
In termini di apporto (in seggi) e di priorità programmatiche.
Non solo.
La
Costituzione assegna al PRESIDENTE della Repubblica un ruolo attivo nella
gestione propedeutica al giuramento. DEVE tenere in debito conto gli interessi
generali e sovranazionali del Paese e convalidare la “nomina” di ciascuno dei soggetti
proposti per l’esecutivo.
Ove accogliesse nuove richieste di dilazione dei
tempi di trattativa avrebbe un certo “imbarazzo” nel dettare un inatteso “stop”
definitivo, come nell’eccepire sulla “sostanza” del progetto di governo o nel “ricusare”
qualcuno dei candidati indicati.
In poche parole.
La “disponibilità” da lui manifestata
potrebbe venir assunta come “causa” di un fallimento di tutt’altra origine. Questo
renderebbe ancor più problematico il varo di un governo “neutrale”, mettendo a
dura prova la “pazienza” dei mercati finanziari.
Gli elettori hanno tutto il diritto
e vogliono vedere dei fatti.
Meglio diffidare di una simile “zuppa”.
La storia
insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore, limiti …