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Commento di Massimiliano

su La lingua italiana in aiuto al'idioma della Còrsica


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Massimiliano 5 maggio 2018 12:24

Sono appassionato di storia e, nel tempo, mi sono sempre più incuriosito del popolo corso. Cominciai, tempo fa, a cercare di ascoltare brani in lingua corsa ed interviste varie su youtube. Ebbi la gioia e la conferma che, da quei volti corsi, parlando la loro lingua, si avvertiva una palese vicinanza alle mie radici e definisco i Corsi come nostri fratelli di una stessa cultura italica. Ci tengo a ribadire il concetto ITALICO e non italiano, perchè chi ama veramente la nostra Patria, in senso storico, prima di essere Italiano, è soprattutto un Italico. La nazione "italica" è la più antica d’Europa e scioccamente (per non dire volutamente) la confondono col concetto statuale. Del resto, la formazione unitaria dell’Italia "moderna" nasce da infelici concause che danneggiarono il nostro spirito italico; se la Penisola e la Germania giunsero come ultime, a quel deleterio processo storico che ebbe inizio dalla "concezione westfaliana" (1648) dell’Europa, è perchè sia la Penisola che la Germania, un tempo suddivise in piccoli stati e/o Regioni o Länder germanici, erano semplicemente ciò che restava del concetto antiglobalista dell’antico Sacro Romano Impero, dove le realtà regionali, provinciali, comunali ed insulari venivano rispettate. Nel nostro caso, "les Italiens" venivano definiti, all’estero, tutti gli Italici, indipendentemente dalla loro provenienza, se da Napoli o dal Ducato di Parma e Piacenza, poco importava....erano Les Italiens. Pertanto, tornando con sentimento e vicinanza alle ragioni del popolo corso, concordo, con molti altri, al vivo consiglio di corroborare la lingua corsa con lo studio della lingua italiana. La stessa madre di Napoleone Buonaparte, Maria Laetitia Ramolino, si guardò bene dall’accettare l’invito del nuovo Governo francese di tornare in Francia dopo la morte del figlio e, come donna dal forte senso italico, trascorse gli ultimi 15 anni della propria vita a Roma, morendovi nel 1836. Lo stesso Imperatore che, in molti passaggi del più importante memoriale della sua prigionia all’isola di Sant’Elena, redatto dal fedele Generale de Montholon (guardatevi bene da quello più noto di Las Casas, furbo approfittatore in cerca di notorietà), spesso asserisce il suo essere "italico" e lo stesso autore del memoriale, seppur francese, con onestà intellettuale, ebbe modo di riportare le parole di Napoleone nella sua opera, successivamente pubblicata intorno aa 1840. Termino qui dicendo a tutti i Corsi che non possono ritrovare e rinforzare le proprie radici se non accostandosi sentimentalmente e intellettivamente agli altri fratelli Italici, così come dico ai molti della Penisola, che la splendida Corsica è parte della nostra Patria italica, ognuno con le proprie caratteristiche peculiari, liberi di professare la propria indipendenza regionale, ma accomunati da uno stesso cuore e dalle stesse antiche radici.

Un abbraccio a tutti i Corsi, nostri fratelli.

Massimiliano

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