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Commento di Giordano Zordan

su Conducta, il nuovo film di Ernesto Daranas


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Giordano Zordan 2 marzo 2017 14:43

Meno male che anche Gordiano Lupi ammette che a Cuba qualcosa si muove. Mi domando: solo adesso, solo perché sembrerebbe che il potente vicino Usa voglia cambiare il suo approccio verso l’isola (se le promesse verranno mantenute da Trump)?
Meno male che ammette che a Cuba ci sono “inediti spazi di libertà”, cosa mai ammessa da personaggi come Yoany Sanchez, peraltro da anni tollerati dal governo.
A Cuba, soprattutto dalla gestione Raul Castro, quindi da oltre otto anni, ma anche prima, passato il famigerato “periodo especial”, ci sono stati moltissimi cambiamenti.
Tra gli altri: in materia migratoria, l’eliminazione della “carta blanca” e altre facilitazioni all’emigrazione; in materia lavorativa, l’ulteriore apertura alle piccole attività private; in materia previdenziale, l’ampliamento della già alta protezione sociale alle madri lavoratrici, ultimissimo provvedimento legislativo entrato in vigore in questi giorni.
Lupi, pur ammettendo un effettivo cambiamento, definisce quella cubana “una società che garantisce un sistema scolastico gratuito ma inefficiente”. Sono un ex insegnante e se il sistema cubano dell’istruzione è inefficiente, come si dovrebbe definire quello italiano, soprattutto nei riguardi di allievi in difficoltà? Credo che sinceramente la scuola cubana non abbia nulla da invidiare a quella italiana, anzi, visto che garantisce a chiunque lo studio gratuito fino all’università, e a buonissimi livelli.
Questi risultati, assieme ad altri nella Sanità, sono stati raggiunti da una classe politica “da troppo tempo al potere” (Raul Castro è al potere da otto anni, gli stessi di Bush e Obama, e ha annunciato che si ritirerà quanto prima, a differenza del fratello Fidel, ritiratosi solo per problemi di salute, altro cambiamento non irrilevante).
Lupi poi interpreta con i suoi pregiudizi e definisce “apartheid legalizzato” il fatto che gli avaneri immigrati da altre zone del Paese sarebbero stati “relegati nei quartieri più poveri e marginali”. Il fatto che la dirigenza cubana abbia cercato di limitare l’afflusso indiscriminato nella capitale, dipende semplicemente dalla cronica scarsità di unità abitative, con ripetuti crolli dovuti all’eccessivo numero di occupanti. Basti pensare che L’Avana ospita già circa un quarto dell’intera popolazione dell’isola.
E comunque è chiaro che chi ultimo arriva, più male alloggia, certo non per crudele volontà degli enti governativi, che invece forniscono, quando possibile, alloggi con affitti/riscatti ridicoli, visto che le permute di immobili (scambio reciproco di case in proprietà) tra le diverse province sono fortemente sbilanciate verso la capitale, molto più richiesta.
Spesso, la volontà di trasferirsi nella capitale risponde all’illusoria condizione di cittadini privilegiati se abitanti nella capitale: soprattutto a Cuba, è il contrario, visto che, nei centri minori, vi sono più abitazioni disponibili, la vita è molto meno cara a parità di salario, per non dire di problematiche correlate al maggior afflusso turistico, come prostituzione, droga e delinquenza, quasi inesistenti nelle città minori.
Infine mi compiaccio che anche Lupi, finalmente, ammetta l’esistenza di un governo non dittatoriale, come spesso l’aveva considerato, di fronte a opere come “Conducta” che, autentico gioiello sotto vari aspetti, sottolinea anche spunti antigovernativi, senza i quali, certo non avrebbe potuto aspirare a premiazioni e diffusione all’estero.

Giordano Zordan
[email protected]


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