Grazie. In realtà mi sembra incompleto: avrei dovuto ampliare il discorso.
Ad esempio avrei dovuto precisare che l’anomalia italiana proviene dalla situazione creatasi nell’immediato dopoguerra, quando i due partiti maggiori: DC e PCI, vennero strutturati come garanti, il primo del blocco occidentale e il secondo di quello orientale. Foraggiati e protetti ciascuno dal suo referente internazionale assunsero la forma di organizzazioni di potere più che quella di promotori di partecipazione democratica. La DC, in particolare, usò il potere istituzionale garantitogli dagli USA per costruire un onnipresente e pervasivo sistema di clientele per la cattura del consenso e per mantenersi saldamente in sella.
Dopo la caduta del Muro, venuta meno l’esigenza di garantire la fedeltà atlantica dell’Italia, tutto è cambiato molto rapidamente: i vecchi partiti si sono dissolti, ma non è sostanzialmente cambiato invece l’approccio della politica verso il Potere.
Il buon D’alema ha tentato di ristrutturare l’assetto politico italiano proponendo la classica architettura bipartitica, ma gli è andata male.
La riforma Renzi-Boschi, a mio avviso, serve a garantire continuità alla partitocrazia italiana e ai suoi referenti internazionali, spaventati dall’anomalia di quel quarto di italiani che hanno votato "fuori sistema" il M5S. Vedremo come andrà a finire, ma se vince il no non escludo iniziative eclatanti.