La promiscuità è la possibilità di genti diverse di conoscersi, apprezzarsi (o no), frequentarsi (o no), gioire dell’incontro (o no), trovare modo di fecondarsi a vicenda (o no). Vale a dire prendere rapporto e poi (ma solo poi) decidere se accettare o rifiutare l’identità dell’altro. In questo POI c’è tutto un mondo, che significa sapere (o anche solo intuire) ciò che l’altro è e agire di conseguenza. Se tutto ciò avviene PRIMA del rapporto non c’è altro che un PRE-giudizio. E vale anche (tanto più) del rapporto fra uomini e donne. Quindi sì, sempre, alla promiscuità o alla possibilità di vivere rapporti promiscui. Tutto ciò che la impedisce va contrastato, combattuto, rifiutato. Ma deve essere una battaglia culturale, non può essere un’imposizione per legge. Perché le imposizioni vengono vissute come una violenza privata e provocano reazioni di arroccamento identitario e chiusura. Cioè esattamente il contrario di quello che ci si propone.