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Commento di Persio Flacco

su Iraq 2003: il grande errore americano


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Persio Flacco 7 marzo 2015 09:26

L’ipotesi che la guerra all’Irak del 2003 sia stato frutto di errori di valutazione è priva di fondamento.
E’ infondata perché era sufficiente un minimo di conoscenza del contesto in cui si sarebbero svolte le operazioni belliche finalizzate al cambio di regime per prevedere con notevole sicurezza quali ne sarebbero stati gli esiti: la disintegrazione del paese e la sua divisione nelle tre aree principali che lo componevano e la radicalizzazione delle posizioni ideologiche all’interno tali aree.
E’ infondata perché delle conseguenze della guerra i decisori statunitensi erano stati avvertiti in modo circostanziato da personalità autorevoli e competenti.
E’ infondata per l’evidente sforzo propagandistico posto in essere per convincere con argomentazioni capziose l’opinione pubblica statunitense ed europea delle buone e legittime ragioni a favore della guerra.
Infine, è infondata perché oggi è ormai dimostrato che vi è stata una volontaria falsificazione delle "prove" che avrebbero giustificato la guerra.

Del resto a dimostrazione che la guerra all’Irak non è stata un errore bensì una azione ponderata e volontaria che mirava esattamente al risultato che effettivamente ha ottenuto esiste una casistica precedente e successiva all’Iraq che indica come un certo metodo per abbattere regimi non graditi non è affatto estemporaneo o frutto di errori.


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