Trappole >
Non dice
il vero chi asserisce che da 20 anni non si fanno riforme, di destra e di
sinistra, al fine di migliorare il paese. La realtà è che gli effetti concreti sono
spesso risultati a dir poco sconfortanti.
Il perché è presto detto.
Al di là di
puntuali dichiarazioni di buona volontà, il processo di elaborazione ha presto deviato
verso un puro braccio di ferro tra opposte fazioni.
Al costruttivo confronto sulla
validità delle varie alternative e dei rispettivi contenuti si è preferito
anteporre il primato dei numeri. Alla fine la “ragione” è stata dalla parte di
chi poteva vantare il numero maggiore di voti a favore.
Oggi è ancora così.
In gioco
c’è l’uso democratico della rappresentanza popolare.
L’attuale scenario
politico vede ben 4 formazioni superare la soglia del 10% di consensi. Assegnare
“alla più votata” un premio di Lista (con maggioranza assoluta per 5 anni), vuol
dire mortificare, se non annichilire, l’apporto di un vasto ventaglio di forze minoritarie.
In pratica.
Un partito con il 25% dei consensi può arrivare a decidere le sorti
del paese in nome e per conto del restante 75% del corpo elettorale.
C’è di
più.
La composizione e l’operatività del futuro Senato di “designati” verrà a
dipendere dalla “integrità” di Organi territoriali (loro mandatari) che potrebbero
venir “mutilati” e perfino azzerati per reati tipo corruzione, infiltrazione
mafiosa, .…
Sono aspetti d’indubbia rilevanza e problematicità.
Ergo. Ieri come
oggi, non si cambia il paese in ragione della forza dei voti disponibili.
Tanto
meno si può arrivare a “scoprire”, solo dopo (e sul campo), errori, lacune ed
incongruità già ora di tutta evidenza.
Occhio alle “trappole”!
Nel paese del
Barbiere e il Lupo si architettano soluzioni davvero singolari …