C’è una barzelletta al proposito. Il sig. Levi non riesce a dormire, perché il giorno dopo scadono i 1000 euro che deve dare al sig. Jacob, e non può onorare il debito. Dopo un po’ la moglie, svegliata dal continuo rigirarsi di Levi, gli chiede quale sia il problema, e Levi glielo dice. Allora la moglie si alza, prende il telefono e chiama Jacob: "Mio marito i soldi NON LI HA. Punto.". Poi torna a letto, e dice al marito: "Dormi pure. Ora c’è qualcun altro che non dorme.".
La morale della storia è che il debitore è più forte del creditore. Soprattutto se il debitore è uno Stato. I Mercati vogliono indietro i soldi investiti, ma uno Stato in sfacelo ha molta più difficoltà di uno che batte la propria moneta ed è libero dai vincoli di bilancio dell’Euro. Uno Stato come l’Italia, se ha la propria moneta e una giusta quantità d’inflazione e svalutazione non può essere battuto, la storia ce lo ha dimostrato: prima di entrare nell’Euro l’Italia era il paese economicamente più forte d’Europa. Tutte le volte che l’Italia ha agganciato la propria valuta a un’altra, ha perso terreno. Ma ora ne abbiamo perso talmente tanto che non possiamo più continuare così. La scelta è se fare sacrifici per fallire comunque, o se farli per tirarci su. E non è una decisione difficile.