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Un cittadino,
per quanto armato di buona volontà, non ha gli strumenti e le informazioni per
farsi una fondata opinione sulla portata e la congruità di provvedimenti quali la
Legge di Stabilità.
Per sua fortuna alla fine valgono comunque certi principi e
regole del vivere quotidiano.
Se la ricchezza disponibile (Pil) non cresce
allora non ci sono risorse aggiuntive da impiegare (investimenti, consumi, ..). Se i debiti non calano ci sono sempre gli interessi da pagare.
Premesso che gli
sprechi non hanno mai ragion d’essere, se le risorse non aumentano si può
ricorrere al taglio delle spese ritenute non essenziali. Si rimane però in una
situazione che, con il passare del tempo, è destinata a portare nuovi problemi
e difficoltà.
Per analogia.
Una manovra di politica economica impostata sui
tagli (servizi, sussidi, ..) ha senso solo se recupera risorse sufficienti a dare
concreto slancio alla capacità produttiva (offerta) di un paese e alla domanda
del mercato interno.
Questo al fine di generare, in breve tempo, maggiori livelli
di ricchezza tali da poter “aggredire” il debito e moltiplicare le opportunità
di una crescita generalizzata.
Altrimenti saranno solo pochi a trarne beneficio.
Per tutti gli altri si prospetterà di fatto una contrazione del tenore di vita.
Che si rifletta nel tipo di occupazione o nella capacità d’acquisto il
risultato non cambia.
Ergo. Tutto sembra “insondabile” se si smarrisce il
valore ed il significato di Parola e Merito …