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Commento di

su OGM Europa in ordine sparso


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16 marzo 2014 12:07

Sulla possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio, occorre rilevare che prima di applicarla è necessario introdurre una ulteriore norma che preveda l’etichettatura dei derivati ottenuti dall’allevamento di animali nutriti con mangimi OGM (carne, latte, uova, ecc.), altrimenti questa Legge potrebbe essere un “Cavallo di Troia”, che favorirà l’introduzione degli OGM nel nostro Paese. In particolare, senza etichettatura dei derivati è una Legge destinata a cadere dopo pochi anni, a causa delle previste lamentele degli agricoltori italiani “non OGM”, che si vedrebbero sommersi da “derivati non etichettati” e da “mangimi OGM” provenienti dai Paesi UE che ne hanno consentito la coltivazione. Infatti, la gran parte dei prodotti delle attuali coltivazioni OGM sono destinati all’allevamento animale, per cui si trasformano in alimenti destinati al consumo per l’uomo solo successivamente alla trasformazione (ad esempio carne, latte, uova) e, pertanto, stante l’attuale normativa, riescono a sottrarsi all’etichettatura. In tale situazione viene meno la possibilità di scelta del fruitore del prodotto finale, il quale, anche se contrario, consuma inconsapevolmente OGM attraverso l’acquisto dei prodotti ottenuti dalla loro trasformazione. Nel caso in cui non ci sia etichettatura dei derivati, con ogni probabilità gli animali saranno nutriti massicciamente con mangimi OGM (hanno un costo di produzione leggermente inferiore ed i relativi derivati, se non etichettati, spuntano lo stesso prezzo di quelli ottenuti con mangimi “non OGM”), per cui si determineranno situazioni economiche decisamente diverse per gli Stati che opteranno per la loro coltivazione e per quelli che, invece, decideranno di non coltivarli. In particolare, il costo di produzione dei prodotti dell’allevamento (carne, latte, uova, ecc.) sarà presumibilmente inferiore per quelle realtà, e per quegli Stati, che decideranno di optare per il transgenico, per cui, in mancanza di specifica etichettatura, essi saranno sicuramente più competitivi sul mercato rispetto agli Stati che avranno optato di non coltivare OGM. Questa situazione, in mancanza di etichettatura, determinerà una sorta di concorrenza sleale per lo stesso prodotto (carne, uova, latte, formaggi, ecc.) tra gli Stati che opteranno per il transgenico e per quelli che, invece, decideranno di non coltivarli. E’ forse inutile far presente che in una situazione di questo tipo ben presto, dopo pochi anni, anche gli agricoltori che non volevano utilizzare gli OGM saranno costretti dal mercato a farlo, poiché opereranno in un mercato in cui c’è asimmetria informativa ed esiste un unico prezzo tra “Derivati OGM” e “Derivati non OGM”….ancora una volta ”La moneta cattiva scaccerà la moneta buona”.


 Ci sono poi altre considerazioni che ci portano a dire che questa “libertà per gli Stati membri di coltivare o meno OGM” si potrebbe trasformare in un “Cavallo di Troia” per poi aprire, dopo pochi anni, il nostro Paese agli OGM. In particolare, una volta che la "patata bollente OGM" è passata ai singoli Stati, la Commissione UE sarà portata ad approvare, con una certa leggerezza, tanti altri alimenti OGM ........ tanto ci penseranno i singoli Stati a dire di no! E dicendo di no! aumenteranno per questi Stati i contenziosi con il WTO, poiché mancano ancora dati certi sulle caratteristiche salutistiche di questi alimenti.


In conclusione, la norma sulla possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio è sicuramente auspicabile, ma occorre prima introdurre anche la norma sull’etichettatura dei derivati ottenuti da mangimi OGM ……… altrimenti corriamo il rischi di aprire in modo incondizionato agli OGM!


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