Non
ho visto quella fiction, non intendo scrivere di fiction, TV, spettacolo, puttanate:
parliamo dei fatti. Ripropongo qui un mio commento già inviato ad agoravox.
Sono passsati 44 anni e, per ragioni anagrafiche, molti non sanno o hanno
sentito dire male: si deve ripetere per chi non sa.
Giudiziariamente la magistratura milanese ha scritto una delle sue pagine più
brutte: nessun colpevole perchè Pinelli si sarebbe ucciso da solo, vittima di
un "malore attivo" per cui si sarebbe buttato dalla finestra. Nessun
medico e nessun altro magistrato al mondo ha mai rilevato l’esistenza di un
tale "malore attivo".
Le verità possibili sono soltanto tre: incidente durante pestaggio o tortura e omicidio volontario.
Incidente durante interrogatorio-pestaggio:
non volevano ucciderlo ma
volevano picchiarlo e lo stavano facendo; Pinelli avrebbe fatto un balzo per
evitare un colpo e sarebbe caduto dalla finestra.
Oppure:
Incidente durante interrogatorio-tortura:
per estorcergli
confessioni "simulavano" di buttarlo dalla finestra, lui si è
divincolato e loro hanno perso il controllo. La simulazione di esecuzione è
tecnica di terrorizzazione del prigioniero insegnata dalla CIA e praticata
ancor oggi a Guantanamo.
Omicidio volontario:
hanno deciso di uccidere Pinelli perchè aveva
sentito o saputo che c’era la volontà di colpevolizzare Valpreda ben
sapendo che le bombe erano state collocate da altri, e cioè che chi lo
interrogava era complice di chi aveva organizzato ed eseguito la strage.
Ai nuovi italiani, di mezza età, giovani, ragazzi e bambini, noi lasciamo una
brutta eredità: una Italia cresciuta su stragi e omicidi su cui non si è
permesso di scoprire la verità.
L’unica verità incontrovertibile è che lo stato ha attivamente occultato la
verità.
I servizi segreti, il potente Ufficio Affari Riservati
(diretto da Federico Umberto D’Amato) nel ministero degli interni, la questura
di Milano, erano tutti al servizio dei golpisti e della P2.
Il compagno Giuseppe Pinelli era un anarchico appassionatamente attivo,
fraternamente impegnato ad aiutare i compagni in difficoltà: è stato travolto
da trame stragiste e golpiste a cui lui era completamente estraneo. Persona
buona e coraggiosa, probabilmente non è morto da eroe, ma certamente è stato un
martire, vittima innocente, colpevolizzato e violentemente perseguitato per le
sue idee.
E’
entrato volontariamente in questura confidando nella sua innocenza: dopo quattro
giorni di interrogatori è uscito dalla finestra della questura e nessuno ha
pagato per quel delitto. Questi sono i
fatti.
GeriSteve