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Commento di Fabio Della Pergola

su Il proclama fascista di Grillo Giuseppe, detto Beppe


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 16 dicembre 2013 10:55

<<cancellerei il punto sulla "laicità dello Stato perché non vedo cosa ci sarebbe da dire>>

Lo stato deve essere un organizzatore e amministratore “terzo” della società. Che è (e probabilmente sarà sempre più) multiforme. Cioè multietnica, multireligiosa, multiculturale. Se lo stato assume valori religiosi o culturali di una delle parti, per quanto maggioritaria, traduce in comportamenti legislativi quelli che sono solo convincimenti religiosi (vedi aborto e altri valori ‘non negoziabili’ della chiesa).

<<in realtà ritengo siano più mosse per influenzare gli elettori...>>

Con una metodologia che ritengo obbrobriosa.

<<uscire dall’euro” è di destra o di sinistra ? >>

E’ una scelta di politica economica che può dare risultati di destra (cioè favorire la cerchia ristretta dei più benestanti) o di sinistra (favorire la massa più larga dei meno benestanti). La mia opinione è che l’uscita (specialmente se non coordinata) dalla moneta unica provocherebbe un collasso dello stato. I ricchi (italiani e stranieri) potrebbero investire i loro capitali per comprarsi a prezzi di saldo i beni nazionali mentre una gran massa di persone si troverebbe senza stipendio, senza pensione, senza sanità, senza aiuti di nessun tipo per un periodo di tempo indefinibile. Tutto questo perché uscendo dall’euro lo stato dichiarerebbe di fatto la sua insolvenza e non piazzerebbe più un solo BOT sul mercato. Penso quindi che sia una scelta di destra.

Quindi delle proposte M5S apprezzo alcune cose e ne rifiuto altre. Ma sono in totale disaccordo con il populismo di Grillo. E non è una questione di antipatia (quando faceva il comico mi piaceva) ma di strategia politica.

<<So che l’idea che hanno cercato di trasmettere i media è che sia stato Grillo a non accettare compromessi e a far saltare una possibile collaborazione, ma, sinceramente, come poteva essere possibile se il PD "doveva" dire di no a qualsiasi proposta del M5S per non "calarsi le braghe"?>>

Grillo ha dichiarato molte volte pubblicamente di non voler accettare compromessi né alleanze con il PD, non è un’invenzione mediatica. Ma il PD non doveva “dire di no a qualsiasi proposta del M5S”. Ha più volte, con Bersani, chiesto di “uscire dall’aula” (che non è un’alleanza compromettente) per permettere la nascita di un governo di minoranza. Poi il M5S avrebbe potuto votare a favore o contro ogni singolo provvedimento del governo, mantenendo la sua autonomia e – detta fuori dai denti – tenendo per le palle il governo stesso. Un’occasione più unica che rara. Ma l’ottusità politica di Grillo ha portato otto milioni di voti a non contare niente.

Su Rodotà insisto: era un nome apprezzabilissimo, ma in quel momento era il candidato del M5S. Se vuoi fare un accordo con un altro partito non puoi pretendere che sostenga il tuo candidato in cambio di evanescenti promesse. Bastava spostarsi su altri nomi – che potevano andare bene a entrambi – e vedere se lì, in una specie di ‘campo neutro’ si poteva imbastire un futuribile accordo politico che partiva dal nome del presidente per allargarsi ad altro. Questo non è stato fatto ed ha dato l’opportunità ai centristi del PD di silurare ogni altra iniziativa (vedi Prodi) contraria alla larghe intese.

In conclusione continuo a non essere d’accordo con te, mi dispiace, ma grazie comunque per la correttezza dei tuoi commenti.

Alla prossima.


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