<<cancellerei il punto sulla "laicità dello Stato perché non vedo cosa ci sarebbe da dire>>
Lo stato deve essere un
organizzatore e amministratore “terzo” della società. Che è (e probabilmente
sarà sempre più) multiforme. Cioè multietnica, multireligiosa, multiculturale.
Se lo stato assume valori religiosi o culturali di una delle parti, per quanto
maggioritaria, traduce in comportamenti legislativi quelli che sono solo
convincimenti religiosi (vedi aborto e altri valori ‘non negoziabili’ della
chiesa).
<<in realtà ritengo siano più mosse per influenzare gli elettori...>>
Con una metodologia che ritengo obbrobriosa.
<<uscire dall’euro” è di destra o di sinistra ? >>
E’ una
scelta di politica economica che può dare risultati di destra (cioè favorire la
cerchia ristretta dei più benestanti) o di sinistra (favorire la massa più
larga dei meno benestanti). La mia opinione è che l’uscita (specialmente se non
coordinata) dalla moneta unica provocherebbe un collasso dello stato. I ricchi
(italiani e stranieri) potrebbero investire i loro capitali per comprarsi a
prezzi di saldo i beni nazionali mentre una gran massa di persone si troverebbe
senza stipendio, senza pensione, senza sanità, senza aiuti di nessun tipo per
un periodo di tempo indefinibile. Tutto questo perché uscendo dall’euro lo
stato dichiarerebbe di fatto la sua insolvenza e non piazzerebbe più un solo BOT sul
mercato. Penso quindi che sia una scelta di destra.
Quindi delle proposte M5S apprezzo alcune cose e ne rifiuto
altre. Ma sono in totale disaccordo con il populismo di Grillo. E non è una
questione di antipatia (quando faceva il comico mi piaceva) ma di strategia
politica.
<<So che l’idea che hanno cercato di trasmettere i media è
che sia stato Grillo a non accettare compromessi e a far saltare una possibile
collaborazione, ma, sinceramente, come poteva essere possibile se il PD
"doveva" dire di no a qualsiasi proposta del M5S per non
"calarsi le braghe"?>>
Grillo ha dichiarato molte volte pubblicamente di non voler
accettare compromessi né alleanze con il PD, non è un’invenzione mediatica. Ma
il PD non doveva “dire di no a qualsiasi proposta del M5S”. Ha più volte, con Bersani, chiesto di “uscire
dall’aula” (che non è un’alleanza compromettente) per permettere la nascita di
un governo di minoranza. Poi il M5S avrebbe potuto votare a favore o contro ogni
singolo provvedimento del governo, mantenendo la sua autonomia e – detta fuori dai
denti – tenendo per le palle il governo stesso. Un’occasione più unica che
rara. Ma l’ottusità politica di Grillo ha portato otto milioni di voti a non
contare niente.
Su Rodotà insisto: era un nome apprezzabilissimo, ma in quel
momento era il candidato del M5S. Se vuoi fare un accordo con un altro partito
non puoi pretendere che sostenga il tuo candidato in cambio di evanescenti
promesse. Bastava spostarsi su altri nomi – che potevano andare bene a entrambi
– e vedere se lì, in una specie di ‘campo neutro’ si poteva imbastire un
futuribile accordo politico che partiva dal nome del presidente per allargarsi
ad altro. Questo non è stato fatto ed ha dato l’opportunità ai centristi del PD di silurare ogni altra iniziativa (vedi Prodi) contraria alla larghe intese.
In conclusione continuo a non essere d’accordo con te, mi dispiace, ma grazie comunque per la correttezza dei tuoi commenti.
Alla prossima.