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Commento di

su Erich Priebke: la morte sfruttata dalla propaganda di Stato


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23 ottobre 2013 23:35

E aggiungerei: qualunquista è proprio la gestione del caso Priebke, nella tipica tradizione ipocrita italiana: lo si è voluto processare perché c’è una parte dell’opinione pubblica che ne chiedeva la testa, ma poi nella pratica in carcere non ci è andato. Perché la condanna era solo un’operazione di facciata, perché c’è una larga fascia di persone, in Italia, a cui sta bene che gente come Priebke non paghi per le sue malefatte. A molti perché finché non si preme il tasto sul telecomando dell’odio non frega niente; a molti perché non hanno rinnegato quel periodo storico, per niente. E ce ne sono, tanti. Non sono neanche nascosti, qualcuno ha anche notevole visibilità politica, ogni tanto se ne esce con qualche frase da far accapponare la pelle ma che passa nell’assoluta indifferenza, perché il tastino dell’odio non è premuto.


Qualunquismo è accanirsi sul cadavere di un singolo e poi non indignarsi più di tanto quando si ricorda Mussolini come un grande statista, dimenticandone le ombre e responsabilità storiche. Perché quando c’era lui i treni passavano in orario...

Qualunquismo è dare del negazionista a chi semplicemente non reputa che Priebke sia l’unico responsabile degli orrori del passato, ma che ce ne sono molti a piede libero, spesso anche riveriti e non gliene frega niente a nessuno. Ed è qualunquismo perché aggredire chi semplicemente non si allinea al dettame della propaganda non è indice di grande spirito critico.

Tutta colpa di Priebke, ha fatto tutto lui, neghiamogli la sepoltura che così abbiamo chiuso un periodo storico. Se questo è essere negazionista, lo prendo come un complimento.

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