"Apologia del negazionismo" è una locuzione che significa molto,
invece. Significa esaltare la deliberata cancellazione di dati concreti
ritenendoli dati di fantasia.
Il negazionismo è questa "deliberata cancellazione" di dati certi e
provati sulla base di testimonianze e documentazione ampia e condivisa da centinaia e forse migliaia di storici ed è altra cosa
dal revisionismo che, partendo da una definizione condivisa del
quadro storico, ne affronta singole parti per completarne la
comprensione d’insieme anche rivedendone, alla luce di fatti nuovi o
diversamente interpretati, alcuni elementi. Dire che i morti ebrei
furono sei milioni o tre milioni o venti milioni come affermano alcune
recentissime ricerche, è indipensabile per mettere a punto la verità
storica nei dettagli, ma non mette in discussione il complessivo quadro
sterminatorio nazista, come fa invece un negazionista (le camere a gas non servivano per uccidere, ma solo per disinfettare).
Il resto di questi commenti sono le solite fanfaluche di chi crede di essere l’unico a conoscere Rassinier (non Rassiner) e Garaudy o Irving e Faurisson eccetera e si permette di definire gli altri "idioti e pericolosi" e "balocchi" o allocchi (non alocchi).
Si potrebbe chiedere se il commentatore conosce.... e tirare giù un elenco di qualche centinaia di nomi, con Hilberg e Poliakov in testa naturalmente, ma anche un’infinità di altri, oltre ai già citati Pisanty, Vercelli e Picciotto; o ancora Levi e le mille testimonianze dei reclusi nei campi; ma sarebbe probabilmente inutile. Uno che ha il problema dei "debunker" non ha assimilato granché della ricerca storica.
Speriamo che non perda tempo a leggermi, perché non troverà mai nessuna comprensione né curiosità né simpatia per gli argomenti che lui ritiene interessanti per sé. Quindi inutile stare a discutere.