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Commento di

su Il flop dei referendum radicali


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4 ottobre 2013 12:32

Io mi sono fermato al banchetto dei radicali, ho letto i quesiti, ho parlato con l’attivista.


Non ho firmato: non ero d’accordo nel merito delle proposte, salvo una (destinazione 8 per mille). Non ero indifferente alle questioni sollevate, ma non concordavo con la soluzione prevista. Per niente.

Non credo di aver impedito l’esercizio di democrazia a nessuno, evitando di firmare: tutti erano liberi di farlo, al posto mio. Chi dovrebbe firmare per sostenere un referendum se non chi concorda con esso?

Qui si confonde l’esercizio di democrazia che vige nel momento in cui il referendum è stato approvato e si tratta di barrare un si o un no, con l’appoggio di una proposta che magari non incontra il favore della maggioranza dei cittadini e come tale viene cassata nell’indifferenza. Che senso pretendere di dover votare per dei referendum che solo in pochissimi vogliono? A spese della collettività ovviamente.

Domani proporrò un referendum su qualche tema che interessa solo me, o con qualche soluzione controversa, e se il popolo italiano mi impedisce di sottoporlo non supportandolo adeguatamente sono tutti antidemocratici.

Non ha raggiunto il numero di firme richieste, il popolo si è espresso. Anche l’astensione è espressione di una volontà.

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