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Commento di

su La "svolta liberale" a tarallucci e vino di Berlusconi e Renzi


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29 settembre 2013 19:45

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Da settimane Berlusconi ha un solo pensiero fisso.
Evitare, in ogni modo, che l’Aula del Senato si pronunci votando sulla sua “decadenza”. Ovvero sul possesso o meno dei requisiti stabiliti per svolgere le funzioni pubbliche.
Un passaggio che, al di là degli esiti, getterebbe un’ombra permanente sulla reputazione di leader di successo.
Rischiare di venir “espulso” da membri eletti del Senato è ben diverso che continuare a professarsi “vittima” di un’ingiustificata e proditoria “persecuzione” giudiziaria.

I fatti.
Il premier Letta si reca all’Onu a dare voce all’Italia e riconquistare la fiducia degli investitori d’oltre oceano. Intanto, sceso a Roma, Berlusconi innesca e si gode la standing ovation di 370 parlamentari pronti (?) a dimettersi in blocco.
Quindi, nel giro di qualche ora, “invita” i suoi Ministri a rimettere il mandato per non rendersi “complici” della “odiosa vessazione” voluta dalla sinistra con il mancato blocco dell’aumento dell’Iva al 22%. Un aumento da lui “non escluso” (settembre 2011) mentre era ancora il premier.

Comincia a prendere corpo quell’annuncio definito “inquietante” da Napolitano.
E non è finita. Nessuno infatti sa neppure immaginare le “reazioni” del Cavaliere (dell’amore) a fronte degli ulteriori possibili effetti “restrittivi” dei processi tuttora pendenti.

Sullo sfondo c’è un paese che annaspa, profondamente segnato dalla crisi.
Tant’è. La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore o limiti fino a …


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