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Commento di

su Le centrali nucleari in Italia. Il caso del Garigliano (Seconda Parte)


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30 agosto 2013 12:29

Come lei sa, lo statuto dei saperi scientifici non è mai slegato dal potere. Un sapere è ciò di cui si può parlare in una pratica discorsiva. Può essere il campo costituito dai diversi oggetti che acquisteranno, oppure no, uno statuto scientifico (es. la psichiatria); oppure lo spazio in cui il soggetto può prendere posizione per parlare degli oggetti con cui ha anche fare nel suo discorso; può essere il campo di coordinazione e di subordinazione degli enunciati nel quale appaiono, si definiscono, si applicano e si trasformano i concetti; infine un sapere si definisce in base alla possibilità di utilizzazione e di approvazione offerte dal discorso. Ci sono saperi indipendenti dalle scienze, ma non ci sono saperi senza una pratica discorsiva definita; ed ogni pratica discorsiva si può definire in base al sapere che essa forma." (M.Foucault, l’Archeologia del Sapere, pag.238-239)

Il campo delle scienze che riassumiamo intorno alle parole “nucleare civile o militare”, è uno dei settori della conoscenza che, a partire dal secondo ’900, ha avuto gli interessi più forti, economici, militari, politici, etc.

Potremmo discutere per giorni sulle ricerche, anche epidemiologiche o simili, che contestano i dati relativi alle conseguenze negative delle radiazioni o della tossicità degli agenti chimici e minerali usati per produrre energia con la tecnologia nucleare.

L’articolo che ho scritto si riferisce ad un campo preciso, il nucleare in Italia, la cui storia ha avuto una caratterizzazione precisa, che ha visto l’utilizzo di tecnologie che oggi consideriamo obsolete.

E’ normale che non ci siano dati precisi sulle conseguenze dell’applicazione di queste tecnologie? Come mai le centrali nucleari, che avrebbero dovute essere 15 e poi 21, entro il 1985, a partire dalla metà degli anni ’70 vengono ridotte a 5? di cui 3 in via di chiusura?
Quali costi ha comportato per la collettività la realizzazione ed il mantenimento delle centrali? Per non parlare dei costi relativi allo smaltimento delle scorie e rifiuti radioattivi all’estero? E’ effettivamente una tecnologia vantaggiosa? E i combustibili saranno sempre reperibili? Oppure dovranno essere presi nello spazio?

L’altra questione riguarda i dubbi sul ruolo che possono aver giocato i network criminali nella gestione delle scorie nucleari, ed solo una domanda a cui ci si arriva per logica, fermo restando che nella ”Relazione sulla morte del capitano di fregata Natale De Grazia” così come è stata pubblicata sul sito del relatore on. Alessandro Bratti, si legge ad un certo punto:

"Ad un certo punto, siamo stati convocati dal GIP di Roma per la querela sporta nei nostri confronti da parte di Ali Mahdi, il signore della guerra ed ex presidente della Somalia. Egli affermava che non era vero quanto da noi riferito alla I Commissione circa i rapporti tra Comerio ed Ali Mahdi. Invece, vi era una gran quantità di documentazioni ufficiali in merito che abbiamo sequestrato a Comerio e prodotto in tutte le sedi.

In occasione di questo viaggio, all’aeroporto di Ciampino, all’uscita del volo per Reggio Calabria, abbiamo notato due persone. Io ero già in pensione, non avevo nulla in mano, solo un portavaligie e ho pensato che all’occorrenza sarei potuto intervenire servendomi di quello.

Come ho detto, abbiamo notato la presenza di due persone che fissavano sia il dottore Neri che il suo legale di fiducia, l’avvocato Gatto Lorenzo. Abbiamo segnalato alla tutela data da Roma al dottor Neri la presenza di questi due soggetti che non ci piacevano in modo particolare e abbiamo fatto intervenire la polizia dell’aeroporto, che li ha identificati. Erano due marocchini che stranamente si trovavano all’uscita per Reggio Calabria, mentre avrebbero dovuto prendere l’aereo per Ancona che era nella parte di fronte, ma distante dalla nostra uscita. Peraltro, era quasi l’ora di partenza dell’aereo per Ancona, tant’è vero che i due soggetti sono partiti qualche minuto prima di noi.

La situazione ci ha insospettito. Successivamente, sono venuto a sapere che le Marche sono un punto di concentramento di persone sospette provenienti dall’est europeo. Non voglio dire altro perché non ho elementi su cui basarmi. Mi sembra, tuttavia, che la questura abbia accertato che la zona di provenienza di questi due soggetti era molto frequentata da personaggi poco raccomandabili, provenienti dall’Europa dell’est”.

Il maresciallo Moschitta, ha specificato che – in occasione dell’esame del dipendente Enea – erano in cinque ossia il magistrato Neri, due autisti, la tutela e lui stesso. Richiesto di far conoscere il nome del soggetto audito, ha così risposto:

“Era l’ingegnere Carlo Giglio, il quale ha rilasciato delle dichiarazioni, con riferimento alla situazione delle centrali nucleari in Italia. A detta dell’ingegnere, si trattava di una circostanza molto delicata, critica, per non dire esplosiva. Queste sono state le sue parole. Basta leggere il suo verbale, per capire effettivamente quello che si nascondeva dietro l’affare nucleare. Avevamo un verbale molto importante e nel momento in cui non sono ritornate le schede ci siamo molto preoccupati”.

Riguardo gli eventuali accertamenti sui motivi per i quali le schede non fossero rientrate, il maresciallo ha dichiarato:

“Non ho saputo più nulla di questa storia. In tutto eravamo in cinque a svolgere le indagini e abbiamo scardinato tutta questa storia. Era stata segnalata alla questura di Roma. La sera stessa in cui siamo partiti è stato inviato un fax per la questura di Reggio. Quindi, la questura era interessata a questo tipo di discorso. Com’è andata a finire non lo so”.


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