Come
lei sa, lo statuto dei saperi scientifici non è mai slegato dal
potere. Un sapere è ciò di cui si può parlare in una pratica
discorsiva. Può essere il campo costituito dai diversi oggetti che
acquisteranno, oppure no, uno statuto scientifico (es. la
psichiatria); oppure lo spazio in cui il soggetto può prendere
posizione per parlare degli oggetti con cui ha anche fare nel suo
discorso; può essere il campo di coordinazione e di subordinazione
degli enunciati nel quale appaiono, si definiscono, si applicano e si
trasformano i concetti; infine un sapere si definisce in base alla
possibilità di utilizzazione e di approvazione offerte dal discorso.
Ci sono saperi indipendenti dalle scienze, ma non ci sono saperi
senza una pratica discorsiva definita; ed ogni pratica discorsiva si
può definire in base al sapere che essa forma." (M.Foucault,
l’Archeologia del Sapere, pag.238-239)
Il
campo delle scienze che riassumiamo intorno alle parole “nucleare
civile o militare”, è uno dei settori della conoscenza che, a
partire dal secondo ’900, ha avuto gli interessi più forti,
economici, militari, politici, etc.
Potremmo
discutere per giorni sulle ricerche, anche epidemiologiche o simili,
che contestano i dati relativi alle conseguenze negative delle
radiazioni o della tossicità degli agenti chimici e minerali usati
per produrre energia con la tecnologia nucleare.
L’articolo
che ho scritto si riferisce ad un campo preciso, il nucleare in
Italia, la cui storia ha avuto una caratterizzazione precisa, che ha
visto l’utilizzo di tecnologie che oggi consideriamo obsolete.
E’ normale che non ci
siano dati precisi sulle conseguenze dell’applicazione di queste
tecnologie? Come mai le centrali nucleari, che avrebbero dovute
essere 15 e poi 21, entro il 1985, a partire dalla metà degli anni
’70 vengono ridotte a 5? di cui 3 in via di chiusura?
Quali costi
ha comportato per la collettività la realizzazione ed il
mantenimento delle centrali? Per non parlare dei costi relativi allo
smaltimento delle scorie e rifiuti radioattivi all’estero? E’
effettivamente una tecnologia vantaggiosa? E i combustibili saranno
sempre reperibili? Oppure dovranno essere presi nello
spazio?
L’altra questione riguarda i
dubbi sul ruolo che possono aver giocato i network criminali nella
gestione delle scorie nucleari, ed solo una domanda a cui ci si
arriva per logica, fermo restando che nella ”Relazione
sulla morte del capitano di fregata Natale De Grazia”
così come è stata pubblicata sul sito del relatore on.
Alessandro Bratti, si legge ad un certo punto:
"Ad
un certo punto, siamo stati convocati dal GIP di Roma per la querela
sporta nei nostri confronti da parte di Ali Mahdi, il signore della
guerra ed ex presidente della Somalia. Egli affermava che non era
vero quanto da noi riferito alla I Commissione circa i rapporti tra
Comerio ed Ali Mahdi. Invece, vi era una gran quantità di
documentazioni ufficiali in merito che abbiamo sequestrato a Comerio
e prodotto in tutte le sedi.
In
occasione di questo viaggio, all’aeroporto di Ciampino, all’uscita
del volo per Reggio Calabria, abbiamo notato due persone. Io ero già
in pensione, non avevo nulla in mano, solo un portavaligie e ho
pensato che all’occorrenza sarei potuto intervenire servendomi di
quello.
Come
ho detto, abbiamo notato la presenza di due persone che fissavano sia
il dottore Neri che il suo legale di fiducia, l’avvocato Gatto
Lorenzo. Abbiamo segnalato alla tutela data da Roma al dottor Neri la
presenza di questi due soggetti che non ci piacevano in modo
particolare e abbiamo fatto intervenire la polizia dell’aeroporto,
che li ha identificati. Erano due marocchini che stranamente si
trovavano all’uscita per Reggio Calabria, mentre avrebbero dovuto
prendere l’aereo per Ancona che era nella parte di fronte, ma
distante dalla nostra uscita. Peraltro, era quasi l’ora di partenza
dell’aereo per Ancona, tant’è vero che i due soggetti sono
partiti qualche minuto prima di noi.
La
situazione ci ha insospettito. Successivamente, sono venuto a sapere
che le Marche sono un punto di concentramento di persone sospette
provenienti dall’est europeo. Non voglio dire altro perché non ho
elementi su cui basarmi. Mi sembra, tuttavia, che la questura abbia
accertato che la zona di provenienza di questi due soggetti era molto
frequentata da personaggi poco raccomandabili, provenienti
dall’Europa dell’est”.
Il
maresciallo Moschitta, ha specificato che – in occasione dell’esame
del dipendente Enea – erano in cinque ossia il magistrato Neri, due
autisti, la tutela e lui stesso. Richiesto di far conoscere il nome
del soggetto audito, ha così risposto:
“Era
l’ingegnere Carlo Giglio, il quale ha rilasciato delle
dichiarazioni, con riferimento alla situazione delle centrali
nucleari in Italia. A detta dell’ingegnere, si trattava di una
circostanza molto delicata, critica, per non dire esplosiva. Queste
sono state le sue parole. Basta leggere il suo verbale, per capire
effettivamente quello che si nascondeva dietro l’affare nucleare.
Avevamo un verbale molto importante e nel momento in cui non sono
ritornate le schede ci siamo molto preoccupati”.
Riguardo
gli eventuali accertamenti sui motivi per i quali le schede non
fossero rientrate, il maresciallo ha dichiarato:
“Non
ho saputo più nulla di questa storia. In tutto eravamo in cinque a
svolgere le indagini e abbiamo scardinato tutta questa storia. Era
stata segnalata alla questura di Roma. La sera stessa in cui siamo
partiti è stato inviato un fax per la questura di Reggio. Quindi, la
questura era interessata a questo tipo di discorso. Com’è andata a
finire non lo so”.