caro Fabio, hai messo tanta di quella carne al fuoco che per
risponderti ci vorrebbero pagine.
Preferisco limitarmi ad alcuni aspetti che tu chiami
"storico-culturali", cioè sulla compatibilità o meno dell’islam con
la democrazia.
Tu citi il famoso "dare a Cesare quel che è di
Cesare..." che rappresenterebbe la distinzione fra politica e fede. Io non
credo affatto che quella sentenza fosse del Cristo, che certamente non era un
cristiano ma un ebreo, probabilmente fondamentalista e combattente (vedi ad es.
Donnini: le origini del cristianesimo). Però, anche se quell’affermazione va postdatata
e attribuita alla politica romana e non al Cristo storico, è pur vero che è
esistita e, per un pò di tempo ha fatto storia, anche se non con gli imperatori
per diritto divino o con i papa dello stato pontificio.
Riflettiamo sul fatto che nel medioevo europeo-cristiano, cultura e tolleranza le si potevano
trovare soltanto nell’ambito islamico.
Poi le cose si sono rovesciate: in Europa c’è stato il rinascimento, l’illuminismo, le rivoluzioni
politiche, quelle industriali, mentre il mondo islamico è andato paurosamente
indietro. Perchè?
Difficile che ci sia stata una sola causa, però almeno una
sembra chiarissima: fino al decimo secolo le scuole coraniche "creavano
dottrina nuova", cioè aggiornavano il corano attraverso il Qiyas, una
specie di ragionamento analogico con cui si sentenziava su aspetti non previsti
dal Corano. Questo sforzo innovativo-interpretativo si chiamava Igtihad e somigliava alla ns Ermeneutica, credo in
forma molto più creativa. Nell’ambito sunnita si decise di chiudere le porte alla Igtihad e questo comportò la decadenza delle
scuole che, da scuole di grande cultura
e di innovazione, divennero le madrase, cioè scuole soltanto coraniche.
C’è chi ha teorizzato sui principi culturali (il
"razionalismo islamico") che così facendo l’islam si è negato:
http://www.lisistrata.com/cgi-bin/l...
ma io credo che così facendo l’islam si sia negato non
soltanto i principi, ma tutta la cultura moderna, e conseguentemente si sia autoescluso da tutto il progresso culturale
occidentale, dall’illuminismo al romanticismo: semplicemente lo ha ignorato
in quanto "infedele".
Abbiamo visto islamici
in Italia protestare contro il golpe che ha deposto Morsi
"democraticamente eletto", sinceramente
convinti che "democrazia" significhi che la maggioranza calpesti ogni
dirtto individuale o di minoranza.
Ci sarebbe da rispondere: "poveretti, sono da sempre così ignoranti che non capiscono cosa
sia la democrazia". Il guaio è che io sono italiano, e che non pochi
italiani sono così ignoranti, o così regrediti dai mass media, che quella
risposta proprio non posso permettermela: anche
noi abbiamo il ns medioevo.
GeriSteve