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Commento di GeriSteve

su Quanto ci complica la vita l'Islam


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GeriSteve 20 agosto 2013 15:23

 

 caro Fabio, hai messo tanta di quella carne al fuoco che per risponderti ci vorrebbero pagine.

Preferisco limitarmi ad alcuni aspetti che tu chiami "storico-culturali", cioè sulla compatibilità o meno dell’islam con la democrazia.

Tu citi il famoso "dare a Cesare quel che è di Cesare..." che rappresenterebbe la distinzione fra politica e fede. Io non credo affatto che quella sentenza fosse del Cristo, che certamente non era un cristiano ma un ebreo, probabilmente fondamentalista e combattente (vedi ad es. Donnini: le origini del cristianesimo). Però, anche se quell’affermazione va postdatata e attribuita alla politica romana e non al Cristo storico, è pur vero che è esistita e, per un pò di tempo ha fatto storia, anche se non con gli imperatori per diritto divino o con i papa dello stato pontificio.

Riflettiamo sul fatto che nel medioevo europeo-cristiano, cultura e tolleranza le si potevano trovare soltanto nell’ambito islamico.

Poi le cose si sono rovesciate: in Europa c’è stato il rinascimento, l’illuminismo, le rivoluzioni politiche, quelle industriali, mentre il mondo islamico è andato paurosamente indietro. Perchè?

Difficile che ci sia stata una sola causa, però almeno una sembra chiarissima: fino al decimo secolo le scuole coraniche "creavano dottrina nuova", cioè aggiornavano il corano attraverso il Qiyas, una specie di ragionamento analogico con cui si sentenziava su aspetti non previsti dal Corano. Questo sforzo innovativo-interpretativo si chiamava Igtihad e somigliava alla ns Ermeneutica, credo in forma molto più creativa. Nell’ambito sunnita si decise di chiudere le porte alla Igtihad e questo comportò la decadenza delle scuole che, da scuole di grande cultura e di innovazione, divennero le madrase, cioè scuole soltanto coraniche.

C’è chi ha teorizzato sui principi culturali (il "razionalismo islamico") che così facendo l’islam si è negato:

http://www.lisistrata.com/cgi-bin/l...

ma io credo che così facendo l’islam si sia negato non soltanto i principi, ma tutta la cultura moderna, e conseguentemente si sia autoescluso da tutto il progresso culturale occidentale, dall’illuminismo al romanticismo: semplicemente lo ha ignorato in quanto "infedele".

Abbiamo visto islamici in Italia protestare contro il golpe che ha deposto Morsi "democraticamente eletto", sinceramente convinti che "democrazia" significhi che la maggioranza calpesti ogni dirtto individuale o di minoranza.

Ci sarebbe da rispondere: "poveretti, sono da sempre così ignoranti che non capiscono cosa sia la democrazia". Il guaio è che io sono italiano, e che non pochi italiani sono così ignoranti, o così regrediti dai mass media, che quella risposta proprio non posso permettermela: anche noi abbiamo il ns medioevo.

GeriSteve


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