Anche il commento è complesso naturalmente. Provo a
rispondere sinteticamente.
A me sembra fondamentale sostenere che la differenza sia tra chi sostiene una
naturale diseguaglianza e chi invece pensa ad una altrettanto naturale
uguaglianza. Le politiche e le culture che alimentano le diseguaglianze sono di
destra (secondo quanto detto in modo molto più articolato dai vari Rodotà,
Bobbio ecc.) quelle che le contrastano sono definibili come “sinistra”. Non mi sembra che le “altre”
contrapposizioni citate nel commento confliggano necessariamente con questa impostazione di
base.
Con La teoria di Fagioli si fa un passo ben più radicale nel senso di
affrontare l’essenza dell’essere umano (e quindi fondare una nuova antropologia) che in tutte le altre considerazioni
citate rimangono più in superficie (a parte l’interessante “impulso
prepolitico” di Revelli).
Quanto ai politici è ovvio che non basta definirsi di
sinistra per esserlo davvero; inoltre non direi che questa sia una contrapposizione meccanicamente finalizzata al
bipartitismo, basti pensare che è stata messa in discussione proprio quando il bipartitismo
si è andato affermando.