Polemiche a parte, effettivamente ci
sono problemi nell’uso corretto delle parole e questi problemi sono sempre
complessi nella complessissima realtà israelo-palestinese: ad esempio ci sono
cittadini di Israele che non sono ebrei (di religione, di discendenza e/o di
entrambe) mentre con i termini "israelita" e "israeliano"
normalmente si intendono gli israeliani ebrei, così come non si capisce perchè
mai alcuni abitanti della palestina vengano chiamati palestinesi e altri abitanti
no...
Nel caso del sionismo, bisogna considerare che questo termine è
utilizzato in riferimento a diversi concetti: il riferimento dell’articolo al
sionismo come movimento storico di stampo nazionalista è corretto, ma spesso il termine sionismo viene utilizzato
per indicare qualsiasi sodalizio di stampo ebraico o come sinonimo di
"lobby ebraica". I riferimenti principali sono il "complotto pluto giudo massonico
" (ricorrente nell’antisemitismo) e
il "protocollo dei savi di Sion"
che è un documento attribuito al sionismo come documento interno e segreto,
mentre in realtà era un falso costruito
dall’Ochrana ( o Okrana), il servizio segreto della russa zarista.
All’Ochrana apparteneva l’agente Iosif
Vissarionovič Džugašvili, infiltrato fra i bolsceviki, che poi cambiò il suo
nome in Stalin, così come cambiò nome anche l’Ochrana: CHEKA, NKVD, KGB, FSB.
Qui abbiamo tanti termini diversi per indicare la stessa cosa, a differenza del
caso "sionismo".
Credo che molti,
parlando di sionismo, si riferiscano indirettamente a quel complotto, senza
sapere che è un falso. Altri si riferiscono all’appoggio internazionale di
cui gode Israele, soprattutto da parte delle comunità ebraiche in USA. Altri
ancora addirittura chiamano sionista chiunque sostenga il diritto di
esistenza dello stato di Israele (fra cui il sottoscritto).
GeriSteve