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Commento di Fabio Della Pergola

su Cronaca di una morte annunciata


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 30 giugno 2013 23:23

Tutti gli scritti sono mediati (quindi interpretati), sempre. Dalla mentalità individuale, e/o dalla cultura dei propri tempi che si è sedimentata nella propria società e che varia di secolo in secolo; dalle proprie esperienze o da quelle del gruppo a cui si appartiene per nascita o per scelta.

Altrimenti anche voi lapidereste gli adulteri e mi pare che non lo facciate, no ? Anche quella è una legge biblica, molto chiara. Se non lo fate è solo per timore della legge penale, o perché non sono mai esistiti in più di un secolo degli adulteri fra di voi o perché avete dato un’interpretazione diversa al passo biblico ?

Ampliare un concetto è interpretarlo; e trovarne le modalità di applicazione, "amplificando" la prassi precedente, rispetto ad una novità non esistente prima: in questo caso vedere un nesso tra cibarsi di carne con sangue, potenzialmente pericolosa nei climi caldi (non a caso anche il divieto di mangiare maiale o i molluschi) e la trasfusione in vena.

Tutto quello che lei dice al punto 3) si può riassumere nel termine “ricerca scientifica in campo medico” che da sempre ha alti e bassi, ma si muove sempre nella direzione di contrastare ciò che contrasta la vita umana. Non entro di nuovo nella discussione sulle sostanze alternative. Alcune esistono da poco, altre non sono alternative se non parzialmente. Di alternative reali nella sua risposta non ne indica nessuna. Nessuna almeno in grado di sopperire al sangue perduto in una emorragia importante che richieda un intervento urgente.

La conclusione è quella che mi aspettavo e per la quale abbiamo iniziato a discutere: nel caso estremo “siamo disposti a sacrificare la vita” per rispettare i dettami di un antico libro. L’espressione che lei usa (venir meno ad una legge imposta dal nostro Creatore) è una questione di fede in cui non posso né voglio entrare.

Sacrificare la vita per ciò che è scritto (interpretato o meno che sia) a me pare un atteggiamento quantomeno “strano”; non uso questo termine in senso offensivo, ma è chiaro che si tratta di un eufemismo. Non vedo come si possa accettare di veder morire una persona cara avendo la cura (e la sua vita) a portata di mano. Lo trovo - mi scusi - profondamente, drammaticamente inumano. Credo che non potremmo mai trovare un accordo o un compromesso su questo.

Naturalmente spero che la ricerca medico scientifica arrivi al più presto a disporre delle alternative reali e perfettamente adatte al caso più estremo, in modo che questo problema sia risolto una volta per tutte con buona pace per voi e per chi non la pensa come voi.

Al punto 4) lei sostiene di nuovo una sua visione religiosa del popolo e delle scritture ebraiche. Naturalmente mi concederà di dissentire - le ho già detto che non sono religioso - e interpretare la Bibbia come un testo vergato da uomini impegnati a costruire la propria storia e la propria identità nazionale. E l’uso di sostanze inebrianti non solo è noto, ma è anche ampiamente scritto. Rimando ancora all’antropologa citata sopra, ma aggiungo anche le solenni sbronze di Lot e di Boaz e così via.

Dire che certe sostanze psicotrope sono "sataniche", mi scusi, me la poteva risparmiare. Satana non esiste, se non nella testa di chi non riesce a distinguere la malattia psichica dalle fantasticherie che gli hanno raccontato.


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