Non è una porcheria, è un loro diritto garantito dalla costituzione. Pretendere che non ne facciano uso non è un diritto, ma una pretesa priva di fondamento giuridico.
In un sistema elettorale in cui è possibile scegliere i propri rappresentanti e non sono indicati dalle segreterie di partito, è giusto che l’onorevole di turno abbia piena libertà di coscienza, proprio perché lui rappresenta i cittadini che lo hanno scelto, c’è un vero mandato basato su una scelta fiduciaria.
Modificare tale norma significa cambiare i rapporti di forza istituzionali e spogliare il parlamento del suo potere, riducendolo ad una scatola piena di yesmen. O ad una scatoletta di tonno vuota.
I parlamentari hanno il diritto di fare appello alla propria coscienza, perché a differenza delle segreterie di partito, rappresentano chi li ha votati.
Ciò che si deve cambiare non è la costituzione, ma il porcellum. Si deve restituire al parlamento la sua dignità e le sue prerogative, invece di svilirle ulteriormente creando un esercito di spingibottoni.