• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di Fabio Della Pergola

su Il 25 aprile e la "bandiera di Israele"


Vedi tutti i commenti di questo articolo

Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 29 aprile 2013 14:04

Addebito all’ANPI solo di essersi trovata in imbarazzo. E che l’ANPI si sia trovata in imbarazzo per l’accaduto traspare in maniera evidente anche da questo commento: “La Brigata era stata invitata a parlare, tuttavia alle prime contestazioni, purtroppo per una decisione affrettata, è stato convenuto di non far parlare i rappresentanti della Brigata per non scaldare gli animi”. 

Che tradotto significa: eravamo impreparati e non abbiamo saputo fare di meglio che togliere la parola agli ebrei. Perché gli unici a non aver avuto diritto di parola fra tutti sono stati i rappresentanti ebrei. Che io sia stato o non sia stato presente ai fatti è irrilevante. Ma quello che Pedercini afferma non lo è affatto. In ogni caso la cronaca della giornata si può leggere qui http://www.romaebraica.it/corteo-de...

Non provo nessun gusto a sottolineare la cosa né alcun piacere nell’evidenziare le contraddizioni dell’ANPI, a cui va sempre e comunque il riconoscimento senza alcuna remora per aver tenuta sempre viva (e vitale) la memoria della Resistenza.

Che molte associazioni abbiano da anni partecipato alle manifestazioni del 25 aprile in nome di un significato “largo”, ma anche in qualche misura condivisibile, del termine “liberazione”, è cosa nota. Non sapevo che anche i curdi vi avessero partecipato e la cosa mi fa piacere. Capisco – per le note vicende mediorientali - anche la partecipazione di palestinesi e filo palestinesi, anche se le evidenze storiche che ho ricordato non sono semplicemente cancellabili con un colpo di spugna: i palestinesi collaborarono con i nazisti e furono molto attivi in particolare nell’impedire la trattativa che avrebbe potuto salvare la vita a molte migliaia di ebrei ungheresi.

Trovo dunque inaccettabile, e capita da anni, che all’esposizione della bandiera con la stella di David e le due righe azzurre orizzontali (che è stata la bandiera nazionale del popolo ebraico, proposta dal movimento sionista, usata durante la guerra dalla Brigata Ebraica e che solo dopo il 1948 è diventata la bandiera nazionale di Israele) si scateni una bagarre a cui l’ANPI si fa trovare puntualmente impreparata, fino a reagire con “decisioni affrettate”, togliendo il microfono ai rappresentanti della Brigata Ebraica.

Allora è forse il momento di mettere in chiaro un aspetto: il popolo ebraico – che si riconoscesse o no in quella bandiera – ha pagato duramente per il nazifascismo; forse più duramente e più a lungo di chiunque altro. Ed ha sofferto anche per gli alleati e complici del nazismo ovunque si trovassero, in Europa, Americhe, Unione Sovietica, Vaticano e anche mondo islamico, tanto per dirsele tutte. Anche DOPO la fine della guerra. Oggi ha tutti i diritti di sventolare la sua bandiera, se, quando e dove lo ritiene opportuno. La pretesa che se ne stia da una parte, senza disturbare, con il cappello in mano questuando il diritto di esserci è semplicemente intollerabile.

A prescindere da quanto si approvi o si condanni la politica israeliana.

Forse l’ANPI potrebbe farsi trovare un po’ più pronta la prossima volta. E lo dico, ripeto, con tutto il rispetto per l’Associazione, per i suoi membri, per i suoi caduti e per la memoria di quello che è stato.


Vedi la discussione






Palmares