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Commento di

su Le primarie del centrosinistra: le regole, i principi, gli errori


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25 dicembre 2012 12:15

Tutti questi arzigogoli dovrebbero servire a selezionare candidati al parlamento (sorvoliamo sul locale in quanto non necessari nell’economia del discorso in questione) e conseguentemente i dirigenti nazionali che da questo complesso meccanismo riceverebbero la prima legittimazione, la seconda sarebbe l’elezione al parlamento.

Un notabile locale, dei quali sono pieni i partiti nessuno escluso neanche i grillini, come hanno già dimostrato le cosiddette "parlamentarie", altro non dovrebbe fare - per preparare il suo rinnovo o la sua nuova candidatura - che costrursi una buona rete clientelare di iscritti e simpatizzanti da mobilitare al momento opportuno. Il sistema organizzato dal PD per le primarie (scimmiottature americane) si presta mirabilmente alla penetrazione di avventurieri della politica che abbiano risorse personali da impegnare per costruirsi una prima rete clientelare (prima candidatura) o un suo successivo rafforzamento per il rinnovo. E il bello è che a questo punto il ruolo di filtro del partito verso personaggi di tale fattta sarebbe del tutto neutralizzato.

Facciamo un esempio, attingo alla mia memoria. Intorno alla metà degli anni ottanta il fratello di Ernesto Bardellino (quello che sconfisse Cutolo), che era già sindaco di San Cipriano d’Aversa (che insieme a Casal di Principe e Casapesenna, tre comuni uno attaccato all’altro che rappresentano il cuore della camorra dei casalesi), decise di tentare la scalata al parlamento. Pose alla direzione provinciale del PSI, del quale faceva parte, la sua candidatura alla camera. Per un legittimo timore di essere ammazzati (all’epoca si scherzava poco) i dirigenti provinciali del PSI accolsero positivamente la richiesta. La cosa fece scandalo nel PSI e dovette intervenire l’allora presidente della repubblica Sandro Pertini per costringere Craxi a recarsi a Caserta e respingere la candidatura del fratello del capo della camorra campana Ernesto Bardellino al parlamento italiano.

Trasportiamo il caso a oggi, nessuna difficoltà a raccogliere le firme necessarie, altrettanto a trovare migliaia di simpatizzanti del PD che si rechino alle primarie per sostenere Bardellino. Risultato: una candidatura con tutti i crismi democratici.

Certo nel caso clamoroso di uno come Bardellino probabilmente Bersani troverebbe il coraggio di venire a Caserta e cambiare le carte in tavola. Ma se il nome non fosse poi così clamoroso e i casi fossero tanti al Sud come al Nord ... ??!!

La mia impressione è che il gruppo dirigente del PD - che proprio grazie alle primarie è riuscito a superare indenne il giudizio sul suo comportamento in questi ultimi venti anni, può sfuggire ad una legittima lotta politica democratica inerna e riprodursi indefinitivamente.

Si perché credo che questo sia il vero nodo della questione. L’assenza di competizione democratica interna al PD (e peggio ancora nei partiti personali, vedi in proposito l’ultimo arrivato, M5s) impedisce il naturale ricambio delle varie dirigenze e relative linee politiche.

Chissà quando arriverà il momento di dare pratica attuazione al principio costituzionale sul ruolo e sulla vita interna dei partiti che dev’essere democratica (come avviene nei partiti dei paesi dell’Europa occidentale).

Tutto questo naturalmente all’autore dell’articolo non interessa, a lui preme propagandare la grande democraticità del PD, dei suoi iscritti e simpatizzanti (tra i quali ci sono anch’io), riflessioni, dubbi, possibili alternative, perplessità, ecc. ... gli sono estranee


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