Pur essendo stato conbsiderato “imbecille” dal sig. Bertolaso
circa una settimana prima del sisma che ha distrutto la mia zona, non
credo di esserlo in realtà. Per questo reputo doveroso fare qualche
precisazione al riguardo. E siccome qualcuno in malafede ha inteso
scomodare Galieo invischiandolo in una vicenda alla quale è
estraneo, da parte mia vorrei invocare il buon e vecchio Platone che
qualcuno avrà dimenticato e qualcun altro non avrà studiato.
Il sig. Bertolaso e i suoi soci erano ai loro posti non come
semplici cittadini, ma come scienziati. Il loro parere, almeno per i
cittadini direttamente interessati dal sisma, era vincolante. Almeno
psicologicamente, quello che dicevano si stratificava nella mente di
coloro che vivevano quotidianamente quella drammatica situazione. Per
cui, la loro responsabilità era enorme nella contingenza. Qua<lcuno
spero saprà che con Platone si assiste alla fondazione del concetto
di scienza come sapere in grado di garantire la propria validità e
quindi di permettere a chiunque di controllare l’affidabilità delle
proprie affermazioni.Questo a differenza del concetto di opinione,
sia pure di una opinione corretta, non presentante tale requisito.
Platone paragona l’insicurezza dell’opinione e l’instabilità del suo
’sapere’ alle statue di Dedalo. In proposito, basta leggere il
’Menone, 87 c’’. Bertolaso &C, non erano stati chiamati ai loro
posti di potere per esprimere le proprie opinioni su qualcosa, bensì
per comportarsi secondo criteri scientifici e perciò riproducibili.
Ma questo non lo hanno fatto. Per esplicita ammissione di
quest’ultimo nel contatto telefonico, puntualmente registrato e
perciò direttamente apprezzabile, avuto qualche giorno prima con
Daniela Stati. Non si capisce pertanto cosa c’entri la scienza con
l’operato di questi incapaci e corrotti, i quali non solo non si sono
comportati scientificamente, ma hanno addirittura mortificato la
scienza, quella vera, assoggettandola alla politica. Anzi, ai
politicanti! Adesso si dimettono? Fanno bene! Ma dovrebbero cambiare
mestiere! E visto che dalle nostre parti, da prima del terremoto, ci
sono tanti terreni incolti, farebbeto bene a venirli a zappare! Anche
perché, questi prof. n.on si sa in cosa siano tali, atteso che sui
terremoti a quanto pare ne sanno meno del lattaio qui di fronte. In
quella drammatica circostanza preferirono comportarsi, per tornaconto
personale, da oracoli, anzi dai peggiori degli oracoli, cagionando
pesanti lutti: lutti che adesso i loro improvvisati peroratori
dimenticano, forse perché agevolati nel compito dal fatto di non
esserne direttamente coinvolti. Adesso scompariranno la Commissione
Grandi Rischi e la Protezione Civile? Non sembra sia un male la
perdita di due carrozzoni mangiasoldi. Se all’epoca del terremoto non
fossero intervenuti i Vigili del Fuoco, nessuno avrebbe fatto nulla
in concreto in aiuto della gente. Costoro sapevano soltanto
presentarsi con le loro tute come quelle degli spazzini per far
scena. Per mettersi inevidenza! Alla gente non facevano nulla o
quasi. Tranne qualche rara eccezione! Per cui, prima di dire
stupidaggini, sarebbe bene interrogarsi: ma se non si condannano
costoro, che si dovrebbe condannare? Gli aquilani per avergli dato
retta? O all’italiana, si dovrebbe chiudere tutto a tarallucci e
vino?