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Commento di

su Dalla Sicilia la battaglia per il reddito minimo garantito


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16 ottobre 2012 13:39

Mi arrogo il diritto di rispondere al lettore che accusa gli "stati" del sud Italia, di avere nel proprio DNA una mentalità da assistito. Non vorrei innescare alcuna polemica di tipo sociale (NORD contro SUD), ma alcune precisazioni lessicali, storiche ed una attenta informazione sono necessarie. 

Primo. Non esistono "stati" del sud Italia, esistono regioni a statuto speciale (Sicilia, Val d’Aosta e Trentino per esempio). Il Parlamento siciliano è uno tra i più antichi d’Europa. Prima dell’unificazione, la Sicilia era di gran lunga più ricca di alcune aree del nord Italia. 
Secondo. Il fatto che parte della classe politica locale e parte della società civile siciliana abbia abusato della fiscalità generale è vero: ma non scordiamo che, ormai da anni, gli stessi siciliani hanno capito che occorre interrompere questo avvitamento auto-distruttivo. La Sicilia ed i siciliani voglio soltanto avere le stesse possibilità di altre aree del paese e competere (e sono sicuro con risultati anche ottimi) a parità di condizioni. Anche la questione delle ricompense territoriali per le concessioni gas-petrolifere è una questione non secondaria.
Infine, molte organizzazione ed associazioni civili di siciliani combattono ogni giorno per cambiare la Sicilia. Combattere la mafia in Sicilia da siciliani non è uno scherzo!
Terzo. L’esercito dei forestali (esageratamente troppi) è nato grazie alla logica del voto di scambio. Ma non tutti i siciliani lavorano come forestali. Anzi, è vero il contrario. Molti siciliani, lavoratori dell’industria privata con sede legale in altre regioni d’Italia, si ritrova oggi iscritti nelle liste di disoccupazione.
Quarto e ultimo punto. Il reddito di cittadinanza, come proposto nell’articolo, dovrebbe essere applicato all’intero territorio nazionale, in sostituzione di alcune erogazioni sociali oggi difficilmente controllabili. Non c’è correlazione tra percepire un reddito di cittadinanza e motivazione individuali al lavoro. Anche senza possedere reddito, molti preferiscono comunque non impegnarsi in attività più o meno produttive.
Ad ogni modo, mi rendo conto che occorrerò lavorare ancora parecchio contro i pregiudizi.
Cordiali saluti
Alfonso Albano

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