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Commento di Sorocaima

su Venezuela: perchè Chavez è tanto amato dal popolo venezuelano e non solo?


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Sorocaima 19 febbraio 2009 01:47

 

Perché vi basta che un leader sia (o si atteggi) a nemico degli Yankee per giustificare qualsiasi cosa? Ho vissuto 22 anni in Venezuela e so di cosa parlo. Trovo lo stesso morboso accanimento nell’elogio a Chávez di quanto ce ne sia nella critica a Berlusconi. Tutto ciò che è criticato a Berlusconi (non voglio difenderlo, prendo solo in prestito il personaggio per il paragone) è anche imputabile a Chávez.

VTV, la televisione di stato, è molto più “di governo” di quanto lo siano Mediaset e RAI messe insieme.

Con Berlusconi non lavora la Guzzanti, Santoro, ecc.; con Chávez chiude Radio Caracas TeleVisiòn per un evidente cavillo burocratico, ma bisognava dare l’esempio: domani potrebbe toccare anche ad altre, se non dovessero stare al gioco del “puoi essere d’opposizione ma non più di quanto io ti permetta di esserlo”. L’opposizione e qualcuno che critichi serve a mantenere la parvenza di democrazia.

La Lega parla di fucili e viene “fucilata”, Chávez capeggia una “rivoluzione pacifica, ma armata!” e viene promosso a statista.

Berlusconi grida al broglio quando non vince le elezioni, Chávez grida al broglio prima delle votazioni e crea nozione che se dovesse vincere l’opposizione potrebbe essere solo grazie all’imbroglio.

Ma che imbroglio può ordire la quasi metà del Venezuela che non ha LO STATO (bolivariano e rivoluzionario) a sua disposizione? E intendo: Parlamento, Corte Suprema, Consejo Nacional Electoral, Esercito, gruppi economici e mediatici (vi suona familiare?).

Era dall’anno scorso che Chávez preparava la rivincita sul referendum del novembre 2007, quando vinse il NO alle sue proposte. Quasi tutto di ciò che non era stato approvato allora dal pueblo (che è sovrano solo quando decide a favore suo) lo ha fatto approvare in parlamento, goccia a goccia.

L’ho sentito personalmente alla radio a Giugno del 2008 quando istruiva i suoi Circulos Bolivarianos: (le cifre esatte non le ricordo, faccio solo un esempio) Ci sono 6.000.000 di elettori e 2.000 seggi uguale 3.000 votanti per seggio. Dobbiamo creare 2.000 Pattuglie Bolivariane composte da almeno 50 persone che si occupino di “visitare”, da qui a novembre, 60 elettori a testa per convincerli a sostenere el proceso.

Così è andata, sia a novembre che domenica scorsa più di qualcuno dai barrios (favelas in venezuelano) è andato a votare su una camionetta pagata dallo STATO purché votasse e non può sorprendere che abbia vinto il SI, con una organizzazione capillare come questa.

E se comunque avesse vinto il NO, sarebbe bastato creare la figura del primo ministro, lasciando la presidenza ad altri, e tutto sarebbe rimasto uguale.

Hai ragione a dire che non voleva esser eletto indefinitamente come sembrava dai titoli della stampa internazionale che hai citato, voleva solo potersi democraticamente ripresentare alle elezioni. E con le Pattuglie Bolivariane vigili e attente come sempre ad ogni confronto elettorale, non dubito che possa essere rieletto. Anche più volte.

Ma l’importante non è questo.

L’importante è che ho vissuto in Venezuela 17 anni prima e 5 anni dopo la prima elezione vinta da Chávez e, purtroppo per il pueblo:

- con l’eccezione forse del Cardiologico Infantil, gli altri ospedali statali continuano a non avere risorse per curare il pueblo

- nell’ultimo anno in Venezuela hanno assassinato per rapinarli i padri di 2 persone vicine alla mia famiglia, oltre ad aver rubato la macchina a mio fratello e a due miei cognati, e altre due parenti abbiano presenziato rapine a mano armata

- gli introiti della holding statale del petrolio PDVSA sono usati, ora più di prima, come “pocket-money” dal governo

- i soci di Conviasa, ma anche di tante altre ditte eccellenti, siano prestanome di familiari e amici di Chávez

- grosse concessioni di sfruttamento di giacimenti di oro nero siano ancora ceduti per pochi dollari a petrolieri Gringos, lasciando in Venezuela le briciole (ma forse le mandorle all’estero…)

- tutti i compagni di golpe di Chávez sono ora terra tenenti (latifondisti?) e posizionati in posti chiave dell’amministrazione statale

- gli stessi seguitori del chavismo hanno cercato di non rieleggere a governatore dello Stato di cui è originaria la famiglia Chávez l’ennesimo membro della famiglia, dopo il padre, il fratello, ecc.

- agli impiegati statali venga gentilmente ricordato tramite telefonata prima di ogni elezione di fare il proprio dovere, perché all’indomani potrebbero non ritrovare le loro cose sulla scrivania (quando non viene invece comunicato che sanno dove abiti e il nome di tua moglie e dei tuoi figli, come successo a un amico mio).

Supponiamo pure che sia vera la metà di ciò che ho scritto: non è comunque un prezzo alto da far pagare al pueblo per avere a cambio la misera soddisfazione di avere a sinistra un leader anti-imperialista che si permette di chiamare Bush “Mr. Danger”, ma che continua a vendergli petrolio?

Un’ultima cosa: se Chávez ha spinto tanto adesso per questo referendum è proprio perché sa che da qui in poi, senza i mega-introiti da petrolio a 100$ al barrile con cui puntellare il consenso (non ha investito in industrializzazione e le statalizzazioni hanno solo provocato l’inefficienza totale di realtà produttive in altri momenti di primo livello) e senza Bush a cui dare la colpa di tutti i mali (ma lo sostituirà presto con Obama, non ho dubbi), non avrà molto margine di manovra. Le promesse di riscatto della dignità del pueblo, che vorrà un lavoro anziché un sussidio, prima o poi dovrà mantenerle. Chávez non è molto amato dal popolo; è che il pueblo adesso è veramente privo di alternative e affonderà insieme a lui.

 

 


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