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Commento di Enrico Emilitri

su Benvenuti in Palestina: Israele "accoglie" gli attivisti, tra black-list e pestaggi


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Enrico Emilitri Enrico Emilitri 18 aprile 2012 17:02

In effeti non riesco a capire perché le mie osservazioni siano storicamente discutibili. Se ciò è dovuto alla formulazione lo accetto, altrimenti è sempre la solita storia: criticare Israele significa attirarsi la collera di Dio, dunque meglio tacere e lasciare che faccia quello che vuole (come, per es., assalire le navi che portano socorsi ai palestinesi e poi lamentarsi se passeggeri ed equipaggi malmenano i militari israeliani prima che tocchino il ponte! Cosa credono? Che, col pretesto dei soccorsi, le organizzazioni pacifiste e umanitarie portino armi e materiali militari a Gaza piuttosto che a Ramallah?), perché tanto Israele ha tutti i diritti e nessun altro può vantarli.
In quanto al fatto che non esistano legislazioni e ordinamenti che non sono neppure assiro-babilonesi o etruschi, vorrei informare il nostro amico che il più antico corpus giuridico è il cosiddetto "Codice di Hmmurabi", voluto dall’omonimo re babilonese cui (a quanto sembra) si è ispirata la stessa legislazione ebraica (vedasi l’articolo su Storica National Geographic n. 38 - Aprile 2012) e al quale si rifanno - alla lontana - esperienze successive quali le Dodici Tavole, il Codice Giustinianeo (Corpus Juris Civilis) e la Magna Charta (senza contare esempi più recenti).
E, volendo insistere (senza per questo essere o apparire razzisti e antisemiti), gli ebrei stessi danno agli altri l’impressione (certamente sbagliata, ma comunque diffusa) di essere un popolo disadattati, visto che no si trova a proprio agio neppure in Palestina, che pure dovrebbe essere la loro Patria d’elezione! E con questo, personalmente, dichiaro (per parte mia) chiuso l’argomento!


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