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Commento di

su "La casa sopra i portici" di Verdone. Di bello solo il titolo


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14 aprile 2012 23:22

Ma cosa c’entra Verdone con la "letteratura vera" di cui lei parla?!? La Bompiani? Non vedo il nesso. E’ puerile! Un editore pubblica quello che ritiene opportuno. Ma perchè? A puro titolo di meta-esempio, lei paragonerebbe o distruggerebbe i film di i Mario Caiano soltanto perchè non sono all’altezza delle pellicole di Fellini, prodotte dalla stessa casa cinematografica? Darebbe del somaro a Sergio Martino, Enzo Castellari e Joe D’Amato perchè il loro produttore è lo stesso di De Sica e Rossellini? Cosa c’entra? Pino Daniele è una mezza tacca perchè incideva per la stessa casa discografica dei Pink Floyd?
Ma se la sua amata Gloria Guida avesse scritto un’ipotetica autobiografia, "Lo slip sopra il set", per Einaudi, Feltrinelli o Longanesi, lei le avrebbe dato della somarella perchè non all’altezza della "letteratura vera" che pubblicavano quelle case editrici? Magari riferendosi alla Yourcenar, alla Morante, alla Duras? E se Alvaro Vitali avesse scritto la sua autobiografia ("Il peto sopra il rutto"?) con la prosa di un Garcia Marquez, lei lo avrebbe ritenuto credibile?
Credo che un regista, attore, musicista che si cimenta con un libro debba rivolgersi al lettore allo stesso modo di come si presenta sullo schermo o sul palco. Con la stessa naturalezza.
Personalmente, nel libro di Verdone mi è sembrato di sentire esattamente il modo di esprimersi della persona che vedo davanti alle telecamere o alla macchina da presa. E’ una narrazione sincera, immediata, senza fronzoli e senza artifizi. Se avessi cercato la sua "letteratura vera" avrei comprato qualcos’altro. Se cercassi, ad esempio, la "saggistica cinematografica vera", dovrei rivolgermi soltanto a Bianchi, Sadoul, Bazin, Daney, Chabrol, Truffaut, Ciment e dovrei bruciare tanta immondizia, compresi tanti volumi targati Profondo Rosso. Ma siccome sono un cinefilo ad ampio spettro, mi interesso un po’ di tutto senza escludere nulla per stupidi pregiudizi. 
Sa meglio di me che il cinema è una grande arte che comprende generi e sottogeneri, lei stesso tratta Cozzi come un "grande genio" (incasellandolo in un determinato genere), ma di certo non oserebbe paragonarlo a Hitchcock o Kubrick. Perchè dovrebbe adesso rinunciare a tale buonsenso paragonando Verdone a Oscar Wilde?
Lei ha diritto ad esprimere la sua opinione ma è troppo semplicistico esprimere un giudizio come quello da lei espresso su La Casa Sopra i Portici... Quel suo tono aggressivo, sopratuttto quando scrive "Questo vuole il pubblico italiano? A questo è ridotta la nostra editoria? Questi sono i libri che la gente legge? Stiamo messi male, lasciatemelo dire" mi sembra un tono da comizio leghista e non un giudizio di una persona esperta e preparata nel suo campo (lo dico perchè ho letto alcuni suoi libri). Addirittura si mette a dare del cretino ai lettori che leggono Verdone... e se fossero cretini invece quelli che leggono i suoi libri? Me compreso...
 
  
   


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