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su Nella testa di vili ed eroi: il caso Schettino secondo le neuroscienze


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2 febbraio 2012 02:23

Io non lo chiamerei neanche egoismo, quanto più freddamente istinto di autoconservazione, che è qualcosa di orribile se porta a sacrificare gli altri, ma consente la sopravvivenza del singolo. La specie va avanti perché i singoli si salvano, la natura funziona così, e prevede dei meccanismi che in tutte le specie si attivano, volti a salvarsi la pelle in situazioni di pericolo.


La specie umana fa un po’ eccezione, perché è più gregaria di altre (basti pensare che in moltissime specie animali si perde addirittura il rapporto di parentela dopo poche settimana dalla nascita di un cucciolo), perché per strategie adattive ha capito che il gruppo fa forza contro le calamità o i pericoli naturali, perché abbiamo sviluppato un mondo psicologico in cui contano concetti come affetto ed etica, che ci legano gli uni agli altri.

Perché nel caso di Schettino, di un pericolo che incombe su chi dovresti proteggere, io non parlerei neanche di viltà o onore, per me sono volgarizzazioni di qualcosa di più importante: l’etica.

C’è però da dire che siamo anche animali, perché lo siamo, e ancestralmente conserviamo dei comportamenti che la natura fornisce a tutte le specie se sono sopravvissute, e che sono sopravvissute proprio grazie a queste strategie. L’istinto di autoconservazione prevede anche il salvare la propria pellaccia, a scapito di tutto, e in natura - facendo un discorso amorale - tutto ciò non fa una piega, è solo la differenza tra l’essere vivi o morti. Ovviamente il mondo umano è impermeato da valori etici, sovrastrutture importanti ma meno "naturali" e allora certe azioni assolutamente scevre di significato nel mondo animale diventano orribili in quello umano.

Questo non per giustificare Schettino, solo per dire che trovo quasi ovvio il risultato della ricerca. A volte dimentichiamo di essere degli animali, abbiamo la tendenza a considerarci una specie superiore, più evoluta, completamente diversa. Eppure alcuni comportamenti, assolutamente naturali (cioè previsti in natura) vengono fuori pesantemente in situazioni estreme.

Ma voi siete davvero sicuri delle vostre reazioni in una situazione di pericolo improvviso? Che indipendentemente da quanto preventivabile non possa scattare un cortocircuito mentale per cui anche il più addestrato soccorritore, il più preparato psicologicamente non possa crollare e fregarsene degli altri?

Questo mio ragionamento non è teso a chiedere impunità per Schettino, sia chiaro. Se ha sbagliato, e ammette lui per primo le sue responsabilità, è giusto che riceva la pena che il nostro codice penale prevede. Però forse bisognerebbe riconoscergli il rispetto che si deve ad un essere umano che si è comportato malissimo (idem, chiedo la sua condanna come voi) in una situazione estrema, che nessuno di noi ha sperimentato, per nostra fortuna. Condanna giusta ma rispetto, nonostante tutto, perché è un essere umano come tutti gli altri. Esistono dei piani personali che il codice penale dovrebbe preservare, pur nella piena e sacrosanta sua applicazione. Si parla infatti di giustizia, non gogna, non vendetta. Ed è alla giustizia che ognuno di noi dovrebbe tendere.

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