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Commento di martin

su Le liberalizzazioni: una farsa tutta italiana


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martin martin 20 gennaio 2012 15:08

beh è vero che secondo l’Ordine dei notai è come dici tu, ma io riportavo solamente il dato dell’intervista che citavo (il giornalista chiedeva esattamente "è vero che l’80% dei notai è figlio di notai?" e l’altro non rispondeva), dicendo che poteva anche essere una maldicenza come pare essere.. Ma resto dell’idea che il 17% sia già troppo e non casuale (ed a proposito inserisco un commento preso da un forum in cui si dibatteva il problema e che mi pare emblematico:

"Ciò che mi colpisce è il numero di notai figli di notai (17,5%). A prima vista può sembrare un numero anche basso, ma se ipotizziamo che in italia vi siano 6000 notai, vuoi dire che questi sono circa lo 0,01% della popolazione e quindi se la distribuzione fosse prettamente statistica mi aspetterei che i figli di notai si aggirino intorno a quella percentuale. Posso anche concepire che un padre notaio instilli la passione notarile al figlio e che magari vi possa essere addirittura una predisposzione genetica ma a passare da un 0,01% al 17,5% ci sono vari ordini di grandezza di differenza (rapporto di 1750 a 1) ed onestamente non so come spiegarmi la cosa"

Ad ogni modo non mi pare tu abbia citato questo gran numero di sciocchezze che avrei concentrato in un unico articolo! Che il notariato in Italia sia un campo zeppo di privilegi è fuor di dubbio, per quanto riguarda farmacie e parafarmacie non mi pare di aver detto grandi corbellerie, ed inoltre liberalizzare in campo finanziario è una cosa, nel mondo del lavoro reale tutt’altra! Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio! Certo la finanza non deve (dovrebbe) mai esser totalmente slegata d’ogni controllo statale o sovrastatale, ma che gli Ordini professionali siano anacronistici, contrari ad ogni interesse della popolazione e forieri di orribili privilegi è verità assodata! Che poi nell’immediato per risolvere la situazione (ingiusta) ci possa essere chi ci perde anche ingiustamente è ovvio, ma credo che il particolare dovrebbe soccombere innanzi al generale, il problema di uno non può bloccare la soluzione di molti.


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