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Commento di

su Quando il giornalismo è roba per pochi


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3 gennaio 2012 12:22

@Gianfranco Mingione: perfettamente d’accordo. Le nuove regole devono riguardarechi isi iscriverà dopo la loro entrata in funzione, non chi lavora da decenni! ma ci immaginiamo un pubblicista che lavora da 30 anni e magari dirige una testata che deve fare un esame a Roma?! IO ho già detto la mia: le nuove regole non possono toccare chi ha diritti acquisiti: i maestri non laureati continuano giustamente a insegnare, non è stato chiesto loro di laurearsi!!! non vedo perché a me, che scrivo da 15 anni e ho regolarmente versato i contributi all’INPGI, adesso chiedano un esame!
In uno Stato di diritto la certezza delle regole dovrebbe essere la base dei rapporti: la retroattività l’ha inventata B per salvarsi dai suoi processi, ma in un Paese civile, le nuove regole non sono mai retroattive.
questo tenendo come base che 1 sarei felice dell’abolizione dell’Ordine 2 non credo che l’esame di Stato renda più professionisti di prima 3 più che obbligare all’esame di Stato a Roma, l’Ordine dovrebbe affidare agli Ordini regionali la presa d’atto, attraverso la consegna di documenti e dichiarazioni, che il tale vive esclusivamente di giornalismo, regolarmente chiamato dai direttori che gli affidano articoli (io ho sempre trovato ridicolo dover fare une same a Roma: se uno non lo supera significa che i direttori con cui ha lavorato sono degli incompetenti, dato che affidano gli articoli a uno che non è in grado di essere giornalista?!) 4 non ho capito questa richiesta europea di un esame per accedere agli ordini: ma non dicevamo che all’estero gli Ordini non esistono?! che io sappia in Spagna e in Germania non si fa un esame per diventare giornalisti...


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