In sostanza concordo con l’articolo.
Sollevo pero’ un problema terminologico, sull’uso che tu
fai del termine "lobby" per
indicare un’oligarchia di potere e "lobbista" per chi ne fa parte.
Non e’ sbagliato, ma ormai e’ superato e ambiguo, perche’ l’uso
prevalente di lobbista , lobbing e lobby e’ relativo ad ottenere consensi, o
nell’opinione pubblica, o a livello legislativo o, piu’ in generale, alle
oligarchie di potere a cui tu ti riferisci.
Ci si riferisce percio’ ad un particolare livello inferiore:
nessuno direbbe mai che Monti e’ un lobbista: lobbista e’ chi lavora per
ottenere da Monti qualcosa che serve ad un potente o ad un potere.
Il potere autentico non ama rivelarsi e i nostri
intellettuali non amano indagarlo, per cui non si e’ ancora imposto un solo termine
per indicare quelle oligarchie, che vengono chiamate: Cerchia di potere,
L’elite del potere (The power elite, C.Wright Mills), Elite
di potenti, Logge di potenti, Circoli di
potenti, I Leaders, Quelli che contano,
i Potenti...
Analoghi, ma ad un livello piu’ specifico, abbiamo i Comitati d’affari, le Cricche... mentre la CFR, la Trilateral, il Bieldberg,
L’Aspen sono tutte a livello internazionale, tutte volute da David Rockefeller,
nipote del John Rockefeller, quello delle tante Standard Oil, ora la Standard
&Poor’s, certamente anche la Standard Lodge, tutta roba che odora di alta
massoneria.
Recentemente e’ uscito, per Chiare Lettere, un simpatico
libro che descrive questi italici leaders e li chiama: "I Professionisti del Potere" , mentre
pone al livello inferiore i lobbisti e non solo, chiamandoli : " I
collaboratori del professionista del potere". A dimostrazione che la
antropologia e la sociologia del potere non sono scienze consolidate...