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Commento di alride

su Io è un altro. Internet modifica la percezione della nostra identità


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alride 28 gennaio 2009 12:05

Quello dell’identità su internet è un tema grande, almeno quanto la rete.
Tutti siamo alle prese, molto spesso inconsapevolmente, con il problema dell’io, le angherie che ci riserva il super io, la rappresentazione scissa che taluni hanno di se stessi, e quella che vorremmo rappresentare agli altri.
Tralasciando la fattispecie che può essere ricondotta ad una patologia vera e propria, il problema di cui ci stiamo occupando è vecchio come il mondo ed è stato trattato dal cinema, dalla letteratura e dalla sociologia.
Uomini che negano una virilità fragile, un successo professionale effimero, affermano una posizione economica superiore a quella reale e così via, nella piazza del paese, nel club di quartiere, nei circoli dell’alta borghesia, nella politica, negli autosaloni di importanti marche automobilistiche, e via proseguendo.
Certamente internet è un facilitatore e catalizzatore positivo di tali dinamiche, ma rimane uno strumento anche se è capace di creare una grossa cassa di risonanza.
Anche l’anonimato esiste al di fuori della rete, conosco gente che in una relazione extra coniugale ha usato un nome fittizio ed un’auto a noleggio per rendere impossibile all’amante risalire all’identità anagrafica.
Sono del parere che il sistema complessivo della rete debba ancora rintracciare il proprio equilibrio, come avviene dinanzi ai cambiamenti epocali.
Va anche detto che in assenza di una legislazione internazionale condivisa i provider di reti e servizi non hanno fatto abbastanza, per esempio per rendere obbligatoria la posta elettronica certificata.
Agli utenti un pò più esperti risulta come sia elementare assumere la userid di un altro utente ed inviare posta elettronica dal suo account simulandone perfettamente, agli occhi dei fruitori comuni, l’identità digitale.
Cose gravi, che possono creare problemi e situazioni talvolta difficilmente riparabili.
In merito all’apertura della Chiesa và dato atto che, essendo stata sempre alta preso il clero la propensione verso il sistema mediatico e comunicativo, la tigre della rete è stata subito cavalcata.


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