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Enfatizzare il “rigore” di Tremonti può servire solo a smorzare gli “appetiti” della speculazione internazionale.
Tremonti è Ministro di Economia e Finanze da ben 3 anni.
Con la crisi la sua “creatività” ha partorito prima lo “scudo” fiscale, poi il condono delle case “fantasma” e poi le “ganasce” di Equitalia.
Sono sue le sentenze del tipo “sono i numeri a dettare la politica” oppure “tenere i conti in ordine non è ragioneria”.
Sua è stata la politica dei tagli “lineari”.
Dal 2008 il nostro Debito pubblico è aumentato di quasi 290 miliardi. Il tasso di crescita della nostra economia non arriva a metà della media europea. La Borsa sta oscillando sui valori del 2009. Ancora nel 2010 l’evasione fiscale è salita dell’11%.
Dopo i 24 miliardi di tagli decisi nel 2010 vedremo “aggiustamenti” da 3-5 mld e la Bce insiste per un’ulteriore “cura” da almeno 40 miliardi.
Tremonti ci chiede di “trovargli 80 miliardi” per fare la “vera” riforma fiscale.
Dove sono i risultati dei “tavoli di studio” sul fisco promessi per il 18 giugno?
In gioco non c’è solo il riequilibrio di bilancio.
Dove e come trovare le risorse è fare “equità sociale”.
Dove e come tagliare è “dare il passo” all’economia.
Non c’è più tempo per annunci e ‘performances’ da Dossier Arroganza …