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Commento di mabo

su I volti senza nome di via D'Amelio


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mabo 24 gennaio 2009 12:57
Grazie Pietro Orsatti
 
La lettura di brani come il tuo riaprono, nelle persone sensibili che hanno vissuto quegli eventi, anche solo da semplici spettatori, ferite che difficilmente possono rimarginarsi anche a distanza di anni. Sull’onda emotiva, molti , all’epoca dei fatti, ben riassunti nell’articolo, si dichiararono indignati, disgustati e pronti a reagire.
Come sono lontani quei tempi e quegli intenti e come sono vicini e attivi, invece, personaggi, che avrebbero dovuto scomparire dal panorama politico, locale e nazionale, a seguito di quegli eventi delittuosi.
E’ proverbiale la labilità della nostra memoria, Chinnici, Falcone, Borsellino, Livatino, Cassarà, Saetta, La torre, Fava, Impastato, Puglisi e l’elenco potrebbe continuare, ( mi dispiace non poter riportare il nome di tanti, troppi altri uomini illustri), spesso sono ricordati solo dalla toponomastica cittadina o dalla intitolazione di scuole.
Dice un proverbio siciliano: “Calati juncu ca passa la china” , che significa Abbassati giunco che passa la piena. Mi piace associare questi uomini a grandi alberi circondati da timidi giunchi, troppi giunchi, un mare di giunchi, pronti a piegarsi alla prima brezza, e si sa che i grandi alberi, quando passa la tempesta perdono i rami o vengono abbattuti.
Solo quando questi alberi isolati diventeranno una foresta, la tempesta farà loro, solo il solletico.
 
Tutti i “non ricordo” pronunciati dai protagonisti di queste vicende sono un insulto alla loro ed alla nostra intelligenza. Forse il maggior torto, che hanno avuto le vittime, è stato quello di fidarsi di questi smemorati.
 
Gli attentati eccellenti non potevano essere eseguiti senza la copertura o meglio la collusione di alti livelli istituzionali.
Da queste parti, ma forse anche altrove, il confine tra istituzioni e malavita è difficilmente distinguibile e tutti ne sono al corrente quando si recano alle urne.
 
E’ il trionfo dell’ipocrisia.
 
Un saluto.
Mauro Bonaccorso.

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