Sig, non vorrei che volesse continuare a commentare questo articolo, che oramai è divenuto un po’ vecchio, soprattutto per quello che mi appare come un gusto di replicare al sottoscritto, con cadenza quotidiana, fino alla mia sopraggiunta stanchezza. Il nostro scambio di opinioni sta assumendo o forse dovrei dire ha assunto la forma di chat e non è un aspetto positivo per uno spazio pubblico.
Venendo al merito del commento, con il "Lei personalizzato" mi riferivo a quando con il "Lei etc." mi ha attribuito delle posizioni precostituite, di suo arbitrio, come già detto.
Resto della mia opinione che bisogna pensare di fare a meno del nucleare e non dico, comunque, che la pura riduzione del consumo energetico sia sufficiente ma che sarebbe, questo si, una buona strada.
L’antieconomicità del nucleare è dimostrata da studi scientifici e se lei dice che è una bufala, io dico che è una bufala dei nuclearisti dire che sono bufale. Per i dati alla mano, che tutti troviamo in rete, molti calcoli si basano su investimenti e ricerche alternative limitate e non robuste; chi dice che con le rinnovabili non si riuscirà a coprire il fabbisogno parte dal presupposto, che non condivido, dell’irrinunciabilità al nucleare e non prova a pensare diversamente, a modelli di consumo diversi che da utopia (secondo lei) possono diventare realtà. Tante cose sembra utopistiche finché non si prova a realizzarle davvero.
D’accordo sul differenziare, escludendo le fonti dannose per l’ambiente e la salute; diversi paesi, anche europei, stanno lavorando in tal senso anche smantellando il nucleare.
Costruire, come lei stesso dice, delle centrali che tra 40 anni saranno da chiudere sarebbe antieconomico e frutto di una visione miserrima e a breve termine.
Auspico che alcune fabbriche chiudano; quelle che si basano esclusivamente sul loro profitto a scapito del bene collettivo. Il nucleare non risolve il problema del fabbisogno energetico di gran parte delle popolazioni, tantomeno i problemi energetici dell’Italia, che resterebbe per sempre dipendente da altri stati. Noi siamo già colonizzati ed ora, senza far partire un altro discorso, siamo a ruota delle potenze dei paesi che stanno attaccando la Libia, scatenando una guerra, per motivi economici e legati all’energia. Il nucleare è stato respinto in Italia dal voto referendario, uno dei pochi strumenti di democrazia che abbiamo per poterci esprimere. Il nucleare volge piuttosto a soddisfare il desiderio di business delle aziende che vi investono. A questo proposito, si va comunque verso la chiusura di fabbriche etc; il mondo dei consumi sta andando in default, il nostro Paese ancor più.
La saluto, chiedendole di non voler continuare all’infinito ad esporre le sue opinioni, che oramai sono chiare. Si torna sempre punto e daccapo in questo discorso, con ognuno che resta delle proprie opinioni.
Siccome sembra che la diverta giocare, aggiungo che non vincerebbe nulla e non dimostrerebbe nulla di positivo e di maturo nell’apporre sempre un ulteriore commento al mio, a seguito della mia stanchezza nel risponderle. Avendo apposto Lei il primo commento, è buona cortesia in internet (ma non solo) che sia io a chiudere con la mia risposta. Peraltro alcuni commenti superano in lunghezza l’articolo, cosa che fai di lei un commentatore sprecato ma anche ai limiti della netiquette. Se ha tanto da scrivere le consiglio, oltre a terminare qui il suo scambio con me come già suggerito in un precedente commento, di esercitare il suo desiderio di esprimersi in altri spazi appositi; come autore di articoli, con un suo spazio personale in forma di blog etc.
Non posso prestarmi, per seguire lei, ad un atteggiamento che non è considerabile ideale nei confronti di tutti i lettori del sito, facendo di questo spazio una chat con lei. Non voglio continuare a rispondere al suo commento per così dire ’infinito’; abbiamo espresso le nostre rispettive opinioni e andare oltre sarebbe ridondante o sarebbe indice di quel che ho detto all’inizio del presente commento.
Ho un mio diverso stile, che reputo corretto, nell’uso della rete e con questo, nuovamente, la saluto.