Naturalmente, qui non si presume di risolvere problemi ma non si vuol considerare il nucleare la soluzione; come convenuto, anche riguardo al rapporto costi/benefici, da tanti esperti e non da politicanti, i quali giocano sulla pelle delle generazioni presenti e future per interessi di bottega, a scapito del bene comune. Peraltro, oltre ai noti rischi come prioritaria questione, ricordiamo che in Italia i giacimenti di uranio scarseggiano e il Paese sarebbe pur sempre costretto a rifornirsi (dipendere) dall’estero.
Ad ogni modo e negli anni, da subito, si potrebbero (dovrebbero) incentivare in modo esponenziale la ricerca e gli investimenti sulle diverse fonti rinnovabili e alternative, in maniera che si possa arrivare ad avere una copertura maggiore del fabbisogno; sui numeri, pur considerando quelli riportati e le opinioni, mi affiderei a calcoli di più e diversi esperti riconosciuti; anche perché quest’anno, come sempre, non si sta facendo abbastanza, anzi.
Sulle scelte di politica energetica (anche), questo governo di cricche non manifesta pulite intenzioni e sta tardando nel puntare a ciò che solo in apparenza può sembrare più facile ma che invece resta oltremodo rischioso e senza prospettiva sicura.