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Commento di

su La sciocca idea della divisione territoriale del Kosovo


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23 dicembre 2010 11:35

Sì, la compravendita territoriale e la precarietà di confini non sono idee granchè sensate, indurrebbero un effetto domino pericolosissimo e dagli effetti imprevedibili. Conosciamo la polveriera balcanica. Ma è altresì vero che i Serbi rinunciano al Kosovo solo in apparenza e per ragioni diplomatiche e di mera opportunità contingente. Si tratta di una rinuncia pro - tempore. Non hanno metabolizzato il distacco, nè sono disposti a farlo realmente.
E non sono disposti a barattarlo con l’Europa.
Le ragioni non sono di immediata comprensione per noi occidentali che troppo spesso contrabbandiamo disorientamento crescente, asfissia sociale e culturale e addirittura involuzione per civiltà e stabilità emotiva.
Il Kosovo è spazio - crocevia di importanza strategica, ma non si tratta solo si questo.
Incredibilmente, le ragioni sono sentimentali, di attaccamento vero e diffuso e di tale intensità da rasentare - lo sappiamo - la violenza e il possesso.
Basta aver visto i giocatori di coppa Davis e i loro tifosi (incluso il presidente Tadic) per averne un’ idea piuttosto esatta. L’ amor, anzi il furor patrio li trainava in un crescendo di forza e ispirazione di impressionante impatto emotivo. Uno spettacolo vietato ai minori . Il pathos si poteva fendere con una lama, gli astanti stranieri inclusi i malcapitati francesi erano esterrefatti, anzi sopraffatti, vinti da quella furia arcana.
Poi l’ apoteosi, gli occhi estatici e il tre al vento, e un senso di compiutezza che dilagava. Causa, fede, appartenenza...popolo, nazione.
Questo sono i Serbi. Disposti a molto per uno sviluppo imminente e anzi assai ben avviato. Non disposti a tutto però. Non a rinunciare a sè stessi e a un’ identità perentoria.
Non a rinunciare a un territorio che appartiene al profondo del cuore di ciascuno. 

Katrina


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