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Commento di Gian Carlo Zanon

su Pasolini, la sua poetica, e i ragazzi di vita


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Gian Carlo Zanon Gian Carlo Zanon 12 novembre 2010 10:10

Ho letto l’articolo Di Carla Benedetti, molto ben circostanziato, nulla da dire, a parte la sua fede in Dell’Utri ... si scrive così?. Potrei appellarmi al motto nomina sunt conseguentia rerum, cioè che non sono le parole a fare le cose e gli accadimenti ma sono gli accadimenti a formare le parole e le frasi che indicano una verità, ma questo avrebbe poco senso perché alla fine né tu né io abbiamo assistito al delitto. Che fare per uscire da questo impasse? Ci provo: penso che ogni persona ha un proprio "sentire"; questo "sentire" è "capacità di immaginare". Noi possiamo solo dedurre da dati che abbiamo trovato scritti in libri e in articoli ciò che può essere accaduto ... "immaginando" gli accadimenti. Ebbene io, da ciò che ho studiato sulla vita e sulla personalità di Pasolini, con il mio "sentire", deduco ed "immagino" gli accadimenti come li ho scritti. Questa non è una scappatoia filosofica, se ci pensi un attimo vedrai che tutti gli esseri umani esercitano questo "sentire" magari inconsciamente. E’ qualcosa che sfiora la credenza senza esserlo. A questo punto ad ognuno il suo "sentire" e chissà che la nemesis storica non sveli definitivamente a tutti la verità scientificamente provata sulla morte di Pasolini.


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