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 Home page > Attualità > Cultura > Pasolini, la sua poetica, e i ragazzi di vita

Pasolini, la sua poetica, e i ragazzi di vita

È uscito nelle librerie il libro “scandalo” di Marco Belpoliti sulla poetica di Pasolini: "Pasolini in salsa piccante".

Questo ottimo lavoro di Belpoliti su Pasolini, ha già suscitato varie reazioni nell’ambito culturale; reazioni e polemiche che, se non faranno crollare l’agiografia politica e poetica sull’intellettuale di Casarsa, probabilmente ne mineranno le fondamenta.

L’autore “attacca”, molto pacatamente, da vari punti di vista, demitizzando la vulgata secondo la quale Pasolini sarebbe stato ucciso per ragioni politiche e non per motivi unicamente legati alla sua “passione” per i ragazzi di vita.

Spiega Belpoliti, che basta leggere le note della curatrice dei Meridiani Mondadori di Pasolini (2005) Silvia De Laude, per rendersi conto di ciò che Pasolini sapeva sul petrolio, su Cefis, su Mattei e su tutti i “misteri” italiani di cui ha parlato, a vanvera, un certo giornalismo d’accatto. 

Questo “materiale segreto” che, secondo questa ennesima panzana politico-giornalistica, fu il “vero” motivo dell’assassinio di Pasolini, era ricavato da articoli di giornali, libri già pubblicati; volumi fotocopiati ecc..; vale a dire lavori già ampiamente citati da giornalisti e studiosi. «Si uccide uno scrittore per questo?» Si chiede, e ci chiede Belpoliti. Certamente no. Per l’autore tutto queste montature furono, né più né meno, che fantasticherie da professionisti del complotto, ai quali non interessano molto i fatti veri ed appurati, ma la prouderie dei lettori.

Quindi l’intellettuale friulano, secondo Belpoliti; non fu un martire delle trame occulte degli anni Settanta, ma solo un individuo che durante un rapporto mercenario, finito in un tragico litigio, fu ucciso da Pelosi, un ragazzo non ancora maggiorenne, il quale, come egli dichiarò in sede di istruttoria, si ribellò alle prepotenze sessuali di Pasolini.

Dice Belpoliti in un’intervista sul Sole 24 Ore: «Pasolini è diventato un martire, una sorta di profeta dei tempi che cambiano. Ma viene rimosso il fatto che il più grande intellettuale italiano, poeta, cineasta, romanziere, giornalista, editorialista, è stato anche, in qualche modo, un pedofilo: un tema tabù. A maggior ragione se questo fatto è la radice stessa del suo poetare».

Dunque la poetica di Pasolini è, secondo Belpoliti, la pedofilia. La poetica di Pasolini è tutta incentrata sulla “sessualità” come la intende lui, e sulla sua visione del mondo; quella visione del mondo che lo portava allo sfruttamento “sessuale” di ragazzi di vita che venivano dal sottoproletariato allo stesso modo in cui ora i “buoni padri di famiglia” hanno rapporti “sessuali” con le minorenni extracomunitarie, che sono costrette a prostituirsi, come se fosse tutto assolutamente “normale”.

E allora si deve dire con forza che questa “normalità” viene legittimata da una cultura connivente che legittima la distruzione psichica dell’identità umana di ragazzi e ragazze minorenni, colpevoli solo di appartenere al Sud del mondo; quel Sud del mondo che non è mai stato un dato geografico ma un fatto economico e soprattutto culturale: storicamente le classi abbienti hanno sempre sfruttato le classi povere distruggendone in primis l’identità umana. E questo vale per le classi economiche meno agiate, per gli extracomunitari e anche per le donne che da Pasolini venivano etichettate come assassine e puttane quando queste erano costrette ad abortire. Sull’inserto Queer di Liberazione, del 30 ottobre 2005, Maria Rosa Cutrufelli scriveva: « … però, però anche Pasolini si macchia di una qualche volgarità quando nomina le “oltranziste dell’aborto” » cioè le femministe che lamentano la solitudine della donna in questo dramma, e lui dice «Capisco». Ma poi aggiunge: «Però quando era a letto non era sola». Frase terrificante.

Belpoliti nella sua intervista a Fahrenehit, su Radio Tre, del 3 novembre ha affermato che Pasolini, negli anni post sessantotto, «… era disperato perché i ragazzi non ci stavano più». Non ci stavano più perché, anche quelli di estrazione sociale meno privilegiata, erano diventati abbastanza ricchi per evitare la prostituzione; non ci stavano più perché la pillola, e la liberazione sessuale del sessantotto, permetteva finalmente ai giovani di avere rapporti sessuali con le ragazze loro coetanee. Dice Belpoliti «Pasolini era contro il rapporto eterosessuale»; questo significa che Pasolini, come il peggior Torquemada, non voleva la libertà sessuale eterosessuale perché, secondo lui, la sessualità doveva essere solo omosessuale e pedofila. Dice Belpoliti che, per Pasolini, non solo il rapporto “sessuale” doveva essere tra un adulto e un minore, ma ci doveva essere una differenza di classe sociale. Belpoliti non lo dice, lo dico io: per Pasolini il rapporto con i ragazzi di vita doveva essere unicamente di dominio; dominio psichico, maestro e allievo o, se preferite, prete chierichetto; dominio fisico, vale a dire una maggior forza fisica per poter sottomettere i ragazzini; dominio economico, nel senso dello sfruttamento dell’altro come oggetto inanimato dove, come dice quell’altro “genio” di Freud, “scaricare” la propria libidine. Pasolini non cercava un omos, un uguale per avere rapporti sessuali, egli cercava un essere umano di una diversità “inferiore”, vale a dire un ”essere” che, per lui, non era nemmeno un essere umano.

Pasolini non voleva neppure essere considerato gay; era contrario al matrimonio tra persone delle stesso sesso. La sessualità, dice sempre Marco Belpoliti, per Pasolini, era fare sesso a pagamento solo con ragazzi eterosessuali, punto.

Infine l’autore di Pasolini in salsa piccante afferma che anche il delitto in cui fu ucciso si può ascrivere nella sua depravazione pedofila: «Ora, questo la chiamerebbero pedofilia». Pasolini, dice l’autore, ripeteva spesso di essere un mostro. Egli stesso sapeva della sua perversione perché scriveva di sé: «Io sono come mister Hide, ho un’altra vita»; e Mister Hide era un sadico che faceva del male, soprattutto alle donne.

Ecco, forse, se si può fare una critica Belpoliti, si potrebbe dire che egli non coniuga mai chiaramente la pedofilia di Pasolini in crimine contro un essere umano; questo è una consuetudine di molti intellettuali: genuflettersi di fronte a questi “maestri del pensiero” cercando di mitigare e rendere meno crudi i loro comportamenti che possono essere anche devastanti per gli esseri umani. Questo comportamento condiscendente viene usato per Pasolini, ma anche per molti altri: da Freud a Jung, da Focault a Heidegger, da Sartre a Frederic Mitterrand ecc.. La cultura dominante, anche quando si trova di fronte a documenti che certificano senza ombra di dubbio la verità, cerca di confondere con parole che opacizzano le immagini che danno senso agli accadimenti. Quando il suono della voce scritta arriva alla mente si dovrebbero produrre immagini che permettano di vedere ciò che vuole intendere quella voce, il contenuto di quelle parole; e invece no, questo accade raramente in questi ambiti culturali. Alla domanda dell’intervistatore che chiedeva se questa prassi di vita di Pasolini fosse ben celata, Belpoliti risponde che non è vero, non era celata, è che nessuno la voleva vedere e, aggiungo io, la vuole vedere.

Penso che però si debba perdonare a Belpoliti questo suo residuo timore reverenziale verso Pasolini, che è ancora considerato dalla cultura dominante un grande intellettuale, con una motivazione importate: egli ha capito che non si deve mai scindere l’opera di un intellettuale dalla sua prassi di vita. L’opera di un intellettuale e la sua poetica debbono essere sempre ricondotti alla sua vita ed ai suoi rapporti interumani; a quanto egli ha dato agli esseri umani in termini di possibilità di realizzazione umana, o a quanto egli ha tolto loro, distruggendone l’identità umana.

Commenti all'articolo

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.243) 10 novembre 2010 08:46
    fernanda cataldo

    constato una manipolazione delle parole e dei fatti sulla figura di Pasolini, non mi risulta sia stato mai condannato per "pedofilia" mentre era in vita. eh, sì che egli era scomodo e più d’uno avrebbe gioito alla grande se fosse stato possibile metterlo a tacere. ora che non ha più la parola per ribattere, si tenta di stravolgere la sua figura di intellettuale con lo scandalo e la merceficazione delle idee, d’altronde in Italia è diventata una prassi comune che certa gente emerga non per meriti personali, ma cercando di infangare gli altri, specie se si tratta di persone che veramente hanno portato qualcosa alla crescita della "cultura" italiana. spero che la fondazione Pasolini, reagisca immediatamente a queste calunnie.

    ferni

  • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.87) 10 novembre 2010 10:20
    Gian Carlo Zanon

    Senti Fernanda, mi rendo conto che è difficile accettare queste verità su un intelettuale che è ancora un icona della cultura italiana, ma ciò che scrive e dice Belpoliti non sono calunnie.

    Pasolini fu espulso dall’insegnamento e dal PCI per un delitto che allora si chiamava "atti osceni in luogo pubblico" e ora si chiama "delitto contro la persona". E ci sono voluti i fatti tragici di Marcinelles per aprire gli occhi sull’orrore della pedofilia. Da allora le leggi in Europa e in Italia sono cambiate.

    Anche i suoi amici parlano della sua pedofilia; Arbasino nel 2005, sulle pagine del supplemento di Liberazione, Queer, scriveva : " Pier Paolo amava i minorenni, un’inclinazione che oggi sarebbe di una riprovazione assoluta". Ma secondo te quando fu arrestato per essersi appartato con dei minorenni lo aveva fatto per giocare ai soldatini? Ma secondo te ciò che dice il suo amico Arbasino non è abbastanza chiaro? E pensi forse che una violenza sui minori, trentacinque anni fa non era violenza perchè allora non c’era una legge che parlasse di pedofilia?Tu sei una donna, e allora cosa pensi di questa frase che ho citato che palesa il suo odio verso le donne? Pasolini scriveva come il peggior Torquemada: "Sono traumatizzato per la legalizzazione dell’aborto".Credo che possa bastare, è ora di gettare un altro santino tenuto sul cruscotto ... io l’ho fatto molti anni fa.

    • Di fotografico.altervista.org (---.---.---.136) 11 novembre 2010 04:17
      fotografico.altervista.org

      Un commento forse fuori luogo: mi chiedo con questo tuo sito quali siano le tue reali aspetttative e interessi dato che sei riuscito a farcirlo con pubblicità di ogni tipo, genere e dimensione. Più che l’ interesse per le notizie penso solo ad un triste risvolto economico, un fan di AdSense.
      Ciao ciao

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.169) 11 novembre 2010 09:46
      Gian Carlo Zanon

      come faceva qualla canzoncina .." la calunnia è un venticello" .
      Vedi questa è calunnia. Quando si attacca una persona colpevole solo di volere la verità, di gridare la verità, con calunnie poco eleganti e senza nessuna prova o documentazione che provino una denuncia del genere. Penso sia infame e anche vigliacco questo modo di cercare di distorcere la realtà uscendo completamente dal tema pur di fare una cosa così bassa.
      Tutto ciò che scrivo è sempre documentato, come vedi, scrivo sempre lo ha dettoTizio, lo ha scritto Sempronio.
      Mi chiedi le motivazioni del mio scrivere, ciò che scrivo? Poso provare a dirlo anche se penso che sarà un po’ difficile che tu possa minimamente capirlo.
      Scrivo perché gli esseri umani possano aprire gli occhi su ciò che la cultura dominante nasconde, distorce, annulla. Scrivo perché sono un essere umano che reagisce alla menzogna, alla vigliaccheria, alla bramosia, all’invidia, che pochi malati di mente cercano ogni giorno di diffondere perchè nella loro malattia sono sempre molto soli. Scrivo perché, nonostante te, domani sarà un altro giorno.

      Buona giornata ...

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.243) 10 novembre 2010 14:54
    fernanda cataldo

    fu espulso soprattutto per i processi che gli erano stati intentati e di cui fu assolto. non mi risulta il suo odio per le donne, varie donne artiste e intellettuali , ancora oggi partecipano a diffondere il pensiero di "Pasolini". in quanto all’aborto lui vedeva la cosa come un fatto antropologico e di coscienza individuale, e non è detto che se fosse sopravissuto non avrebbe amplificato il suo pensiero a tale proposito. Arbasino non mi sembra una figura attendibile da prendere in considerazione.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.217) 10 novembre 2010 18:13
      Gian Carlo Zanon

      Moravia scriveva che quando andarono in Africa, davanti alla porta d’albergo di Pasolini c’erano decine di ragazzini che a turno venivano fatti entrare nella stanza per essere violentati a pagamento. Tu pensi che il nostro chiedeva loro la carta d’identità per assicurarsi dell’età? Io non penso proprio. Pensi che neppure Moravia sia attendibile?

      Pasolini era un individuo malato che coattivamente sfruttava sessualmente esseri umani come se fossero cessi nei quali defecare e pisciare. Questo era Pasolini, un distruttore di identità umane. Pasolini era una persona che stava molto male, e non intendo fisicamente. Su Liberazione del 16 ottobre 2005 Renzo Paris parla dei suoi ricoveri in strutture psichiatriche per sdoppiamento di personalità. Come dice Belpoliti, solo demistificando i maestri si può comprendere se questi erano capaci di dare qualcosa alla società in termini artistici, o se invece sono stati solo dei parassiti della mente. Per quanto riguarda il suo odio per le donne mi meraviglio se quanto egli ha detto non ti scandalizzi e non faccia nascere in te un moto di ribellione.

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.243) 10 novembre 2010 20:00
    fernanda cataldo

    adesso basta non intendo discutere ulteriormente di questo stravolgimento della realtà e dei fatti sulla vita di un grande artista (per fortuna apprezzatissimo all’estero) la fondazione Pasolini , sicuramente reagirà a queste calunnie meglio di me.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.240) 10 novembre 2010 22:17
      Gian Carlo Zanon

      Scusa sai ma realtà è la verità, e la verità è il primo dovere per un giornalista; Pasolini è stato ucciso mentre stava con un ragazzo di 17 anni. Oggi un adulto che fa sesso con un ragazzo di 17 anni va in galera, questa è la verità e la realtà; questa è la legge e non è solo una legge di stato è una legge che protegge gli adolescenti da coloro che travestiti da grandi intellettuali li violentano. Ciò che faceva Pasolini è troppo squallido per non essere denunciato. Ciò che io ho scritto è pubblicato e documentato anche nel libro di Belpoliti.
      Scusami ma questo perseverare nel non voler vedere è credenza ideologica.

  • Di salvatore (---.---.---.23) 11 novembre 2010 00:02

    Sono molto curioso di trovare una fonte attendibile su cui la seguente frase si basa:
    ’ragazzini che a turno venivano fatti entrare nella stanza per essere violentati a pagamento’.
    Ma Moravia non e’ la stessa persona che al funerale di Pasolini lo ricordava parlando di "interesse civico" e "attenzione per i problemi sociali"?

    E poi e’ veramente da non perdere questo libro, in cui PPP
    "un individuo che durante un rapporto mercenario, finito in un tragico litigio, fu ucciso da Pelosi"

    Questa invece la verita’ ricostruita nel processo di primo grado:
    - Occhiali, da cui PPP non si separava mai, trovati nel cruscotto dell’auto
    - 10 fratture costali
    - lacerazioni del fegato
    - orecchio destro strappato dal suo impianto
    - perdite abnorme di sangue dalla testa

    da una sola persona, che si presenta ai carabinieri con abiti puliti, in una macchina che dice di aver guidato dopo l’omicidio ma senza che venisse trovata la minima traccia di sangue sul volante, e unico oggetto contundente rinvenuto una freccia segnaletica di legno marcio?

    Se avete un minimo di onesta’ intellettuale, provate a confrontare la foto di PPP e quella di Pelosi subito dopo l’omicidio.

    E’ emblematico uno degli ultimi dialoghi tra l’Avvocato Guido Calvi e un suo "superiore":

    GC: Senta, io non so’ i nomi di chi ha ucciso Pasolini. Dietro ci potrebbe essere di tutto: ladruncoli, rapinatori, fascistelli che volevano dargli una lezione; oppure qualcuno di quelli che lui aveva messo sotto accusa: tutti quei potenti, notabili, politici corrotti per i quali aveva chiesto un processo.
    S: Allora lei avvocato non ha dubbi, si tratta dell’ennesimo complotto che il potere ha ordito per stroncare la voce di un oppositore?
    GC: Tutto il contrario, io non ho in tasca proprio nessuna verita’. Semmai siete voi a non avere dubbi. Siete cosi’ convinti che possano saltar fuori cose grosse che avete impugnato la sentenza proprio per evitare nuove indagini che le scoprano. Siete voi i primi a pensare che possano esserci immischiati i fascisti, i servizi segreti o qualcuno ancora piu’ in alto. Non sono io a pensarlo. Siete voi.

    http://www.youtube.com/watch?v=1dN3...
    http://www.youtube.com/watch?v=66XZ...
    http://www.youtube.com/watch?v=cQJ-...
    http://www.cristianolovatelliravari...
    http://cinetecadibologna.it/sitopas...
    http://roma.corriere.it/roma/notizi...
    http://www.youtube.com/watch?v=usiw...
    (ritrattazione del Pelosi)

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.240) 11 novembre 2010 00:47
      Gian Carlo Zanon

      C’è una sentenza che dice il nome della persona che ha ucciso Pasolini: Pelosi
      E poi non capisco perchè mi dà del voi: "Semmai siete voi a non avere dubbi. ecc. ecc." Io non ho parlato di complotti, di dubbi, di fascisti ecc.
      Ho fatto una recensione per un libro di uno scrittore che si è ben documentato prima di scrivere ciò che ha scritto. Anch’io ho studiato il caso e sono convinto che Belpoliti abbia ragione quando dice che il delitto è maturato in quell’ambiente squallido dove Pasolini sguazzava e dice bene quando dice che Pasolini tutto sommato era un pedofilo perchè è da pedofilo che si è appartato con Pelosi che aveva solo 17 anni. Ora Pasolini sarebbe condannato per crimine di pedofilia se fosse trovato appartato in macchina con un minorenne.
      Uno +uno fa due: se un individuo ha rapporti sessuali con un minorenne è pedofilo, o no? Se dite no è apologia di reato.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.240) 11 novembre 2010 01:20
      Gian Carlo Zanon

      Mi sono dimenticato di inserire la fonte dove Moravia parla dei fatti che succedevano negli alberghi africani: un’articolo apparso su Querr, inserto di Liberazione, il 16 ottobre 2005 a firmato da Renzo Paris.
       In questo articolo Paris parla anche che dopo notti di sesso a pagamento spesso finiva in ospedali psichiatrici per dissociazione della personalità.
      E parla anche delle scazzottate sanguinose dalle quali Pasolini "rientrava spesso a casa con il corpo pesto, dopo averle date anche lui, si intende" . L’ultimo gioco sadomasochistico, dice Paris, fra le righe, gli è costato la vita. E’ chiaro che le ferite di cui lei parla sono dovute al fatto che Pelosi gli è passato sopra con l’automobile come risulta dagli atti processuali.
      Credo che basti. Comunque per qualsiasi chiarimento io sono qui.
      Saluti

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.52) 11 novembre 2010 09:12
    Damiano Mazzotti


    La maggior parte degli scrittori fantastica per attirare l’attenzione... Tutto qui...

    E nella morte di Pasolini ci sono molte incertezze...

    Caro, Sig. Zanon, prossimamente cerchi di non confondere gli scrittori con gli intellettuali...

    Detto questo, Pasolini, come tutti gli uomini non era un Santo...

    E i Santi sono uomini con un grande pregio e molti difetti, che però sono stati osannati dalla Chiesa... 

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.169) 11 novembre 2010 10:07
      Gian Carlo Zanon

      Allora vediamo un po’, hanno fantasticato: Moravia, Renzo Paris, Arbasino, Adriano Sofri, Marco Belpoliti, la Polizia di stato, il PCI che lo ha espulso, il prete che ha raccolto la confessione del ragazzino abusato, Pelosi, i giudici che hanno indagato sulla sua morte ecc. ecc.. Tutti coloro che mi sono serviti come fonte giornalistica e non.
      Ci possono essere poche incertezze sulla morte di Pasolini è quello che ha scritto Belpoliti, è quello che sto cercando di fare capire anch’io. Purtroppo mi trovo davanti un muro puramente ideologico e delle risposte che non vanno al nocciolo della questione ma cercano di deviare un filo di ricerca e di pensiero che cerca la verità. Mi si risponde non con dei pensieri ma con delle credenze cristallizzate che dicono, che Pasolini era un grande intellettuale ed un grande uomo nonostante non si sia mai letto nulla di lui o su lui.
      Belpoliti cerca di salvare l’intellettuale io neppure quello perchè non scindo mai il pensiero dalla prassi umana. Un intellettuale è una persona che pensa, potrebbe anche non scrivere come fece Socrate; uno che scrive potrebbe anche non pensare prova ne sono i molti commenti insulsi che sono stati scritti. Per me un intellettuale è colui che con il pensiero e la prassi cerca la verità, punto.

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.243) 11 novembre 2010 13:06
    fernanda cataldo

    qui c’è una buona parte dei processi a carico di Pasolini, si comprende benissimo la voglia di perseguitarlo e anche tramite i documenti del processo Pelosi:

    http://www.pasolini.net/processi_br...

    Sofri? ecco cosa scrive in: Scandalo senza eredi

    nel link sotto trovi tutti gli "amici" Moravia incluso che scrive:

    "La sua fine, ad ogni modo, è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritte, nei suoi romanzi e nei suoi film, le modalità squallide e atroci; dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi come qualcuno, dopo la sua morte, ha tentato insinuare, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta e un narratore che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile."

    http://www.pasolini.net/ricordi.htm

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.119) 11 novembre 2010 13:25
      Gian Carlo Zanon

      Credo assolutamente che Moravia abbia scritto queste cose; nei necrologi si è sempre molto pietosi; è una prassi molto ben consolidata nella nostra società, dove il pensiero si scinde spesso e dove si dice sempre tutto e il contrario di tutto in modo schizofrenico, soprattutto nei necrologi.
      Però rimangono i fatti e i fatti ci dicono che Pasolini, come dice Belpoliti, è stato un pedifilo, ed è stato ucciso nella cornice di un rapporto pedofilo e mercenario.
      Tutte le "confessioni" dei suoi amici non sono state fatte per denigrare Pasolini, questi sono così onnipotenti che hanno creduto che un " Pasolini" in quanto tale si potesse permettere qualsiasi cosa. E quindi hanno raccontato queste cose senza capire il senso di ciò che raccontavano. Per loro era normale avere rapporti con minorenni perchè non capivano il senso della tragedia umana che sta nel crimine di pedofilia.

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.243) 11 novembre 2010 13:33
    fernanda cataldo

    Belpoliti farebbe meglio ad interessarsi agli "affari" di alcuni uomini politici attuali che ci governano tra l’altro quelli del Signor B. forse gli verrebbe più facile.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.45) 11 novembre 2010 15:07
      Gian Carlo Zanon

      Scusa Fernanda ma se svicoli così non è proprio elegante; finora ci siamo confrontati piuttosto bene mi sembra.Gli intellettuali hanno interessi diversi a secondo del loro percorso di pensiero. Non si può dir loro di interessarsi di ciò che secondo noi è più giusto.
      Ho letto le cose sui processi, ma il sito che tu hai proposto mi sembra un po’ troppo sbilanciato verso Pasolini non ti pare? E poi non citano molti altri processi tra cui quello per i fatti del Circeo, quando Pasolini andò a minacciare un barista con una pistola.
      Scusami se insisto, ti giuro che ti comprendo, anch’io alla notizia della sua morte fui dispiaciuto ed abbracciai per molti anni, ideologicamente, la tesi del complotto. Poi ho studiato, mi sono informato e questa corazza ideologica che avevo pian piano si è sciolta facendomi intravedere anche verità dolorose e scomode.
      Ti saluto ... e non me ne volere troppo ...

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.243) 11 novembre 2010 19:19
    fernanda cataldo

    http://www.nazioneindiana.com
    /2010/04/08/sullomicidio-di-pasolini-replica-a-marco-belpoliti/

    qui c’è una bella replica a proposito del libro, scritta da Carla Benedetti, il link ho dovuto dividerlo in due quello sotto si attacca al primo.

    p.s: perché dovrei volertene? dal momento che posso esprimere quello che penso.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.70) 12 novembre 2010 10:10
      Gian Carlo Zanon

      Ho letto l’articolo Di Carla Benedetti, molto ben circostanziato, nulla da dire, a parte la sua fede in Dell’Utri ... si scrive così?. Potrei appellarmi al motto nomina sunt conseguentia rerum, cioè che non sono le parole a fare le cose e gli accadimenti ma sono gli accadimenti a formare le parole e le frasi che indicano una verità, ma questo avrebbe poco senso perché alla fine né tu né io abbiamo assistito al delitto. Che fare per uscire da questo impasse? Ci provo: penso che ogni persona ha un proprio "sentire"; questo "sentire" è "capacità di immaginare". Noi possiamo solo dedurre da dati che abbiamo trovato scritti in libri e in articoli ciò che può essere accaduto ... "immaginando" gli accadimenti. Ebbene io, da ciò che ho studiato sulla vita e sulla personalità di Pasolini, con il mio "sentire", deduco ed "immagino" gli accadimenti come li ho scritti. Questa non è una scappatoia filosofica, se ci pensi un attimo vedrai che tutti gli esseri umani esercitano questo "sentire" magari inconsciamente. E’ qualcosa che sfiora la credenza senza esserlo. A questo punto ad ognuno il suo "sentire" e chissà che la nemesis storica non sveli definitivamente a tutti la verità scientificamente provata sulla morte di Pasolini.

  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 17:45

    Caro Gian Carlo


    La verità spesso è scomoda da ricercare e ancora di più da accettare . Fernanda difende le idee ed il pensiero politico di Pasolini , non le vuole infangate , rifiuta di vedere l’uomo che ci stava dietro .Forse non le interessa per nulla sapere chi fosse veramente Pierpaolo come persona.E probabilmente ha ragione.
    Pasolini , come molti altri intellettuali dannati, aveva estremizzato la parola cosi’ come il suo modo di vivere . Il suo genio letterario ed artistico e’ indiscutibile cosi come lo è la sua omosessualità e cosi’ come e’ accertato che andasse a ragazzi di borgata per soddisfare i propri impulsi sessuali . Siccome prediligeva i minorenni ,altro aspetto assolutamente provato , tecnicamente lo si può definire un pedofilo .Hai perfettamente ragione.
    Era però anche un’uomo molto scomodo per il potere e quindi sulle cause della sua morte si può ipotizzare sia la fatalità di un litigio "amoroso" che una trappola studiata ,conoscendo le sue inclinazioni , per eliminarlo fisicamente e quindi definitivamente dal contesto letterario e politico di quel tempo . Lo stesso Pelosi , dopo la confessione e la condanna , anni dopo fece dichiarazioni ambigue sulle modalità dell’omicidio , probabilmente anche a fini speculativi personali. 
    Aggiungi inoltre che le tecniche investigative di allora non erano certamente quelle di oggi e che comunque si cercò di chiudere la vicenda , scabrosa da ogni punto di vista ,il più in fretta possibile .
    Probabilmente non sapremo mai la verità sulla sua morte.

    paolo
    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.131) 28 novembre 2010 18:32
      Gian Carlo Zanon

      Caro Paolo, certamente la verità vera sulla sua morte non la sapremo mai; come ho risposto a Fernanda la si può dedurre dalle sue frequentazioni, dal suo stile di vita e dalle prime dichiarazioni del ragazzo che uccise Pasolini. La tesi di un complotto è, secondo me, troppo tirata per i capelli, e non è suffragata da nessuna prova.
      Per quanto riguarda l’artista possiamo solo usare il gusto di ognuno di noi: a me personalmente le sue poesie e i suoi film non piacciono assolutamente. Ma questo è un giudizio estetico di parte ed è giusto che non possa essere condiviso.
      Per quanto riguarda l’uomo Pasolini io penso che fosse un grave malato di mente -lo confermano anche i suoi amici più cari - ed un distruttore di identità umane. Inoltre, come Belpoliti, io non scindo mai l’uomo dall’artista. Penso fermanente che l’immagine interna di ciascuno di noi si rifletta nelle sue opere. Ma anche questo è un giudizio partigiano.
      Ciò che invece non va mai preso alla leggera è invece il crimine di pedofilia che distrugge profondamente l’identità umana del bambino e/o dell’adolescente. Ne sanno qualcosa gli psichiatri che hanno tra i loro pazienti una grande quantità di ex bambini abusati.

      Gian Carlo

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