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Wikileaks rivela: l’Italia è una diocesi del Vaticano

Finché esisterà questo sconcio di Concordato che depreda i cittadini italiani di miliardi di euro per ingrassare le casse d’Oltretevere, l’Italia non sarà mai uno stato sovrano ma solo una diocesi del Vaticano.

Joaquìm Navarro Valls deve appartenere alla categoria di coloro che leggono nel futuro. Non si sa ancora se l’ex portavoce di Giovanni Paolo II, fa parte degli àuguri, o dei divinatori, o dei veggenti, o è semplicemente uno di quei maghi che i cristiani fino al 1782, bruciavano nelle piazze a scopi terapeutici, cioè per liberare la loro anima dal corpo contaminato dal demonio.

Comunque sia Navarro Valls fa valere le sue arti divinatorie in un articolo apparso su La Repubblica del 10 dicembre. In questo articolo fa una critica, apparentemente pacata, al fenomeno Wikileaks, parlando di autorità e di autoritarismo, di internet e di Social network, di Facebook e di Twitter, insomma un lungo articolo nel quale egli, in modo subdolo, cerca di distruggere il muro che separa verità da finzione, essere da apparire, sana curiosità da voyeurismo, la dimensione pubblica da quella privata.

È chiaro che un articolo del genere disarticola il legame tra verità e senso confondendo il lettore che alla fine, forse, a livello cosciente ha capito molto poco, e non sa neppure cosa Navarro Valls voglia dire realmente, ma a livello subliminale va a distruggere la capacità di discernere il vero dal falso. Cioè, secondo il machiavellico alfiere Vaticano, ciò che appare in Wikileaks può essere vero come può essere falso. E questo non è vero in quanto Wikileaks non pubblica proprie visioni del mondo ma documenti, e i documenti, sono fonti storiche.

Non c’è stato nemmeno il tempo di chiedersi il senso di questi turbamenti di Navarro Valls che, puntualmente, la sera stessa, meraviglia delle meraviglie, cominciano ad arrivare sui comunicati stampa le prime rivelazioni di Wikileaks sul Vaticano e la sua troupe, i quali confermano i vaticini di Navarro Valls.

Ciò che Wikileaks rende pubblico sul Vaticano non è nulla di non risaputo da chi ha l’onestà intellettuale per vedere la realtà degli accadimenti, ma i documenti sono una prova tangibile di questo sapere incerto da sbattere in faccia a chi ha sempre negato la verità.

E così divengono palesi cose sottaciute, nonostante le grida isteriche di Cicchitto che, per queste rivelazioni, paventa “preoccupazioni molto rilevanti sul terreno della difesa dal terrorismo”. In questi documenti resi pubblici da Wikileaks e prontamente riportati sui giornali americani, secondo i diplomatici Usa “Il Vaticano è poco collaborativo sullo scandalo pedofilia” e che: “Le alte gerarchie continuano a manifestare “residui di sentimenti antisemiti”. 

 

Wikileaks, con le sue rivelazioni, assedia le mura vaticane, dove i porporati si trincerano dietro la gravità della diffusione dei documenti sottolineando che si tratta solo di ‘opinioni’. Ma queste non sono ‘opinioni’, stando ai documenti diffusi da Wikileaks, la Santa Sede ha lamentato la mancanza di rispetto per la sua sovranità nelle richieste di coinvolgimento e per questo si dice essere “seccata” con il governo irlandese. “Le richieste della commissione Murphy hanno offeso molti in Vaticano e sono state interpretate come un affronto alla sovranità della Santa Sede. I responsabili vaticani sono rimasti seccati dal fatto che il governo irlandese non si sia impegnato in modo che la commissione seguisse le procedure standard nelle comunicazioni con la Città del Vaticano”. Questo sta scritto nel dispaccio del 26 febbraio 2010 siglato dall'ambasciatore americano presso la Santa Sede Miguel H. Diaz e pubblicato dal Guardian.

In un altro messaggio, l'allora segretario di Stato pontificio, card. Angelo Sodano, “si lamentò con l'ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, James Nicholson, per le cause intentate negli Usa contro il Vaticano, esortando il suo interlocutore ad aiutare la Santa Sede a difendere la sua sovranità”. Forse il Cardinal Sodano si stava dimenticando che i crimini di pedofilia sono stati compiuti ben al di là delle mura pontificie. Questo è quanto rivela uno dei file pubblicato dal New York Times.

Con la protervia dei potenti la reazione del Vaticano è affidata ad un comunicato arrogante nel quale in poche righe denuncia “l’estrema gravità” della divulgazione dei dispacci e afferma che la loro attendibilità va valutata con riserva e molta prudenza. Che tradotto in italiano significa che non possono negare l’evidenza dei fatti documentati.

Naturalmente queste rivelazioni non appaiono sui media Italiani e quindi per l’opinione pubblica non esiste l’antisemitismo nella Curia romana, né la copertura dei preti pedofili da parte del Vaticano, né il fatto che nonostante i proclami del Papa sui crimini di pedofilia, a oggi, non c’è stata, da parte del Vaticano, neppure una denuncia alle autorità italiane di un criminale pedofilo. Anche perché per la Chiesa cattolica il delitto di pedofilia è da scrivere non nei crimini contro un essere umano ma come un peccato contro Dio da assolvere con quattro Ave Maria e tre Pater nostro.

Ma forse ci dobbiamo rendere conto che finché, i partiti italiani, tutti, si alleeranno con lo stato pontificio, e finché esisterà questo sconcio di Concordato che depreda i cittadini italiani di miliardi di euro per ingrassare le casse d’Oltretevere, l’Italia non sarà mai uno stato sovrano ma solo una diocesi del Vaticano.

Quindi ricordiamoci di inserire bene, nella prossima lettera che spediremo, l’indirizzo:

Paolo Rossi

Via del Papa Re.

22150 Varese

Italia: Diocesi del Vaticano

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.126) 14 dicembre 2010 19:12

    E’ la madre di tutte le anomalie di questo paese . E’ la genesi di tutte le distorsioni che ci impediscono di diventare una democrazia compiuta .

    Nel più piccolo stato del mondo , neanche mezzo chilometro quadrato , si concentra un potere immenso in grado di condizionare qualunque scelta in ogni campo delle attività umane .
    In questo disgraziato paese la prima distinzione non è per la diversità di opinione , per una diversa scelta politica o per un convincimento contingente , la prima diversità è se sei laico o cattolico .Se sei credente o ateo .
    Non passa giorno che tutti i media non sentano il dovere di informarci su cosa pensa il cardinal Bertone , piuttosto che sua santità il vescovo di Roma . Nei temi sociali , morali ,civili , in politica come in economia , tutto si interfaccia con la dottrina di stato e nessuno può pensare di sottrarsi ad un confronto diretto od indiretto con il potere della chiesa . 
    Non siamo a livello Iran solo perchè , grazie a Dio (è il caso di dirlo) ,l’Italia appartiene ad un contesto storico e geografico che ha conosciuto oltre al Rinascimento ,la rivoluzione francese , la rivoluzione industriale , l’illuminismo ed il pensiero scientifico che hanno impedito una deriva integralista , altrimenti ci saremmo trovati nelle stesse identiche condizioni , stai pure sicuro . E se il clero ha fatto concessioni è soltanto perchè , grazie a questa crescita culturale ed economica, il popolo lo ha costretto a cedere parte del suo potere .Ma la lotta è sempre aperta e l’obiettivo di uno stato laico e sovrano è tutt’altro che raggiunto .

    paolo
  • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.95) 15 dicembre 2010 00:35
    Gian Carlo Zanon

    Già la madre di tutte le anomalie. Di fatto in Italia siamo tornati a prima della rivoluzione francese,
    dato che non esiste più la separazione tra Stato e Chiesa. E se per caso Casini, che è un integralista cattolico, entra a far parte del governo Berlusconi, come oggi chiedono sia la Lega sia il Pdl, entreremo in uno stato clerical-fascista con seri pericoli di guerra civile. Ci salva solo il fatto che apparteniamo, finora, all’Europa, ma saranno momenti duri. A fine anno finisce la cassa integrazione per 600mila operai, vuol dire che circa un milione e mezzo di persone rimangono senza alcun reddito, io non so con questo governo di irresponsabili dove si andrà a finire, altro che stappare bottiglie e non dico altro ..

    Grazie Paolo e alla prossima

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