io sono un piccolo imprenditore, e sono d’accordo con l’articolo.
Sono tendenzialmente un liberale e penso che, salvo rarissimi casi, gli interventi pubblici specifici fanno più danni che benefici.
Sono anche convinto che talvolta l’intervento dello stato sia, se non utile, comprensibile e necessario per motivi "sociali" quando si cerca di limitare i danni di problemi specifici (ad esempio un sostegno temporaneo alle famiglie degli operai che hanno perso il lavoro), in questi casi non si creeranno i posti di lavoro, ma si supera il problema immediato, nella speranza che il sistema, in autonomia, possa trovare la soluzione migliore.
La storia ci insegna che, quando si pretende anche di individuare ed innescare una soluzione definitiva meglio di quanto "il mercato" possa fare da sé, di solito ci si illude.
L’intervento dello stato è poi non solo utile, ma addirittura determinante, quando investe,
senza sballare i conti pubblici, nel creare le condizioni generali:
- repressione del crimine e delle infiltrazioni criminali nella economia,
- investimento in cultura, tecnica, ricerca
- strade, ferrovie, aeroporti
- supporto all’esportazione (in generale e non a settori specifii)
- semplificazione della burocrazia
- esaltazione della concorrenza e lotta ai privilegi
- sistema fiscale più equo, ma che non lasci via di scampo a nessuno
- sistema fiscale che non sprema né il lavoro né le imprese che producono
(questa è proprio una vergogna e costituisce un incredibile freno allo sviluppo) si tassino soprattuto i redditi delle rendite ed anche quelli degli imprenditori quando se li mettono in tasca, non quelli delle imprese che vengono reinvestiti nell’impresa creando occupazione e sviluppo per tutti
e così via