Caro Mazzetta,
mi
dispiace che l’espressione “trattamento Boffo” ti abbia offeso; essa
aveva un ruolo esplicativo, non offensivo, ma mi scuso comunque per
l’effetto che mio malgrado ha avuto. Precisando inoltre che non ho mai
pensato né inteso sostenere che tu mentissi in alcun modo.
Ritengo
che il privato di un cittadino, anche quando viene messo in pubblico - e
su internet (in particolare sui social network) è
più facile di quanto si creda - resti qualcosa che sostanzialmente non
c’entra con l’informazione. I reati sono reati (ma qui i giornalisti
cedono il passo ai magistrati). Ciò che volevo dire è: le cose dette da
Di Pietro non dovrebbero basarsi sulla autorevolezza di Di Pietro (che
dopotutto non è certo Cacciari), ma sulla loro bontà intrinseca, che va
vagliata nel merito. Se le argomentazioni di Pontifex sono valide,
l’ipocrisia di chi le enuncia non potrà inficiarle; se esse non sono
valide, viceversa, non dipenderà dalla coerenza di chi le enuncia (ma
dalla loro, appunto, mancanza di validità).
Tu
hai operato uno slittamento sul piano personale che non saprei nemmeno
definire illegittimo, forse ne farei più una questione di stile. E
forse, se non fossimo nell’epoca appunto dei “trattamenti Boffo” veri,
nemmeno mi sarebbe venuto in mente di spezzare una lancia a favore di
Pontifex. Pontifex è un organo di informazione che si propone di
diffondere una certa visione del cattolicesimo romano: tali contenuti
andrebbero valutati rispetto al Magistero di Roma, non rispetto alle
occupazioni di chi li scrive. Le quali a mio avviso non c’entrano. Anche
potendo dimostrare l’ipocrisia di chi parla, ebbene, questa cambierebbe
poco o niente di ciò che dice.
Se
un politico che opera attivamente per i “buoni costumi” viene beccato ad
organizzare orge, è giusto che si dimetta. Non così una
persona che esprima semplicemente una sua convinzione. Si chiudano
giustamente i giornali che delinquono o istigano alla delinquenza. Non è
il caso di Pontifex.
A
proposito dello sprecare tempo per discutere con loro nel merito, è
proprio questo il punto: su tutto, io rifiuto l’idea di tagliare i ponti
“perché noi abbiamo ragione e loro torto e basta”. Leggi questa
loro affermazione: «penso che con quella gente [i musulmani]
ogni tentativo di dialogo sia tempo perso e inutile. Loro, per natura e
per la vocazione violenta della loro religione, non si convertiranno
mai». È probabilmente una di quelle frasi che non piacciono ai critici
di Pontifex. Ora leggi la tua: «discuti pure con loro del merito,
nessuno ti impedisce di sprecare il tuo tempo con il gruppetto di
ballisti e furbetti che sono». Credo che così non si vada da nessuna
parte.
Essere
tolleranti con chi nega la tolleranza non solo si può, ma aggiungerei
che si deve; l’alternativa è promuovere ciò che si aborre (l’intolleranza).
Un caro saluto