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Commento di Renzo Riva

su Bersani, Veronesi e i funghi atomici della Gabanelli


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Renzo Riva Renzo Riva 29 luglio 2010 18:00

http://www.corriere.it/scienze_e_te...

Un articolo del New York Times su uno studio americano Il solare costa meno del nucleare Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L’energia atomica costerà sempre di piùAllora nessun centesimo alle cosiddette rinnovabili:
Camminino con le loro gambe. 3 L’opinione di Giorgio Prinzi, Segretario del Cirn

1.  Giorgio Prinzi Scrive : July 28th, 2010 at 7:21 pm

 

 

Sono il Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn), sigla poco nota perché larga parte della stampa nazionale è su posizioni ideologiche estreme, caratterizzate da un radicalismo ambientalista talmente accentuato da sottoporre alla più rigida censura quanto, pur argomentato e documentato come lo sono i nostri comunicati, contraddice le sue talebane convinzioni.

Poi protestano contro presunte “leggi bavaglio” rese attuali da alcuni oggettivi eccessi, quali il famigerato “stasera trombiamo” emblematico di un certo intendere la libertà di stampa.

È con tristezza che dico queste cose, perché credo fermamente nella missione, ancor prima che nella professione del giornalista. Oltre ad essere ingegnere dedito al settore energetico sin dalla tesi di laurea, sono un pubblicista, per un mandato anche Consigliere nazionale dell’Ordine. In quella veste sono stato l’unico a votare contro, rompendo l’unanimità del Consiglio, l’adesione alla manifestazione indetta dalla Fnsi per protestare riguardo le querele ai giornalisti, in realtà solo contro l’unica presentata da un esasperato Berlusconi dal momento che tra i protagonisti c’erano veri professionisti e campioni delle querele, tanto che l’allora Presidente dei Giornalisti Del Boca venne trattato quasi fosse un intruso.

Dico questo per presentarmi in modo completo ed inequivocabile. Anche questo è correttezza e completezza dell’informazione.

Ieri, 27 luglio, sono stato invitato come Segretario del Cirn alla presentazione del neocostituito Forum Nucleare Italiano, di cui è stato conferito il primo mandato di Presidente al dottor Chicco Testa. Sono intervenuti il ministro Stefania Prestigiacomo e il sottosegretario Stefano Saglia.

Il professor Umberto Veronesi non era presente, ma ha inviato una lettera di circostanza, che purtroppo non è un buon viatico per la sua eventuale nomina alla Presidenza della costituenda Agenzia, in quanto ha espresso fiducia, magari solo diplomatica e di circostanza, nelle cosiddette rinnovabili con una citazione finale della tecnologia dell’idrogeno, nei confronti della quale ha ritenuto dovere prendere le distanze persino Chicco Testa, forse perché consapevole di parlare ad un pubblico di specialisti e non di sprovveduti cittadini che si bevono qualsiasi cosa.

Certo, la competenza clinica del professor Veronesi è fuor di dubbio, come la sua sincera posizione a favore dell’opzione nucleare. Probabilmente si è trattato solo di un approccio politico-diplomatico, non di una cantonata fideista. Però, il Presidente della futura Agenzia deve parlare chiaro e non alimentare equivoci, per non creare disorientamento e confusione e, soprattutto, per un’immagine di credibilità che non deve venire in alcun modo incrinata. Chiedo pertanto al professor Veronesi, qualora effettivamente assumesse l’incarico di non prendere mai posizioni sulle quali potrebbe venire platealmente contraddetto, cosa che metterebbe in dubbio la sua credibilità.
Peggio se la fiducia nelle cosiddette rinnovabili, che anche in iterati commenti ad articoli su “il Giornale” ho definito uno sorta di cancro che con le sue metastasi rischia di uccidere il sistema energetico elettrico e, di conseguenza l’economia nazionale, di cui Alcoa e casi omologhi sono indicatori emblematici di come il caro bolletta faccia fuggire le imprese a cominciare da quelle a più alta intensità energetica. Ora la minaccia viene dalla Fiat in blocco e persino da una nota produttrice di calze da donna. Accanto a queste notizie la leggenda metropolitana delle rinnovabili che creano posti di lavoro, ma che devono venire “incentivate” con generosissime regalie. Costano molto meno i “posti di lavoro” dei forestali di una certa regione nota per questi suoi approcci di politica economica e di sviluppo.

Certo, il professor Veronesi è uno scienziato di fama e di prestigio. Allora perché non affidare, per proprietà riflessiva, centri come il suo a ingegneri di chiara fama, o a prestigiosi architetti. Come? Non hanno competenza medica. Perché il professor Veronesi ha forse competenza ingegneristica specifica? Gli auspici che ha espresso nei confronti delle rinnovabili, pur con il beneficio dell’approccio politico-diplomatico, portano ad ipotizzare che potrebbe non averne alcuna. Se così fosse realmente, come potrebbe dirigere, decidere, prendere posizione, soprattutto in un dibattito a tesi contrapposte.

Più che il ministro Prestigiacomo o il sottosegretario Saglia sono il Governo e la maggioranza che teoricamente lo sostiene a tentennare, a essere pavidi e non prendere posizioni nette e decise, a cercare la condivisione di una opposizione ideologicamente ottusa come l’attuale italiana. Le cosiddette rinnovabili, a parte l’energia idraulica che è poi quella che da il maggiore contributo tra esse, sono un cancro da estirpare al più presto. Non sono affermazioni ideologiche, ma argomentate in maniera che riteniamo comprensibile anche al più sprovveduto in materia tecnica, purché non in malafede.

Stavo accingendomi a redigere un comunicato stampa sull’argomento, quando ho preso visione dell’appena acceso blog sull’argomento sul quale dirotto il mio intervento. I nomi alternativi non mancano. Il collega Giusto Buroni del Cirn Lombardia ne suggerisce almeno quattro: Marco Campari, Sergio Garribba, Alessandro Ovi, Ennio Guidotti. Nella news letter interna che scambiano tra noi rimanda ad internet per le qualificate referenze delle persone che cita.

Personalmente ritengo altrettanto qualificati all’incarico, in quanto ingegneri di settore, il professor Maurizio Cumo dell’Università di Roma, il cui nome era stato fatto nelle settimane passate, o, per conoscenza diretta personale, il professor Marino Mazzini dell’Università di Pisa con cui ho avuto occasione di trovarmi a difendere la scelta nucleare in casa ambientalista e con pubblico ostile, quali ad esempio in un dibattito alla Festa Nazionale (denuclearizzata) di Lega Ambiente.


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