http://www.corriere.it/scienze_e_te...
Un articolo del New York Times su uno studio americano
Il solare costa meno del nucleare
Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L’energia atomica
costerà sempre di piùAllora nessun centesimo alle cosiddette rinnovabili:
Camminino con le loro gambe.
3 L’opinione
di Giorgio Prinzi, Segretario del Cirn
1.
Giorgio Prinzi Scrive : July
28th, 2010 at 7:21 pm
Sono il Segretario del Comitato Italiano
per il Rilancio del Nucleare (Cirn), sigla poco nota
perché larga parte della stampa nazionale è su posizioni ideologiche estreme,
caratterizzate da un radicalismo ambientalista talmente accentuato da
sottoporre alla più rigida censura quanto, pur argomentato e documentato come
lo sono i nostri comunicati, contraddice le sue talebane convinzioni.
Poi protestano contro presunte “leggi
bavaglio” rese attuali da alcuni oggettivi eccessi, quali il famigerato
“stasera trombiamo” emblematico di un certo intendere la libertà di
stampa.
È con tristezza che dico queste cose,
perché credo fermamente nella missione, ancor prima che nella professione del
giornalista. Oltre ad essere ingegnere dedito al settore energetico sin dalla
tesi di laurea, sono un pubblicista, per un mandato anche Consigliere nazionale
dell’Ordine. In quella veste sono stato
l’unico a votare contro, rompendo l’unanimità del Consiglio,
l’adesione alla manifestazione indetta dalla Fnsi
per protestare riguardo le querele ai giornalisti, in realtà solo contro
l’unica presentata da un esasperato Berlusconi dal momento che tra i
protagonisti c’erano veri professionisti e campioni delle querele, tanto
che l’allora Presidente dei Giornalisti Del Boca
venne trattato quasi fosse un intruso.
Dico questo per presentarmi in modo
completo ed inequivocabile. Anche questo è correttezza
e completezza dell’informazione.
Ieri, 27 luglio, sono stato invitato come
Segretario del Cirn alla presentazione del neocostituito Forum Nucleare Italiano, di cui è stato
conferito il primo mandato di Presidente al dottor Chicco Testa. Sono
intervenuti il ministro Stefania Prestigiacomo e il
sottosegretario Stefano Saglia.
Il professor Umberto Veronesi non era
presente, ma ha inviato una lettera di circostanza, che purtroppo non è un buon
viatico per la sua eventuale nomina alla Presidenza della costituenda Agenzia,
in quanto ha espresso fiducia, magari solo diplomatica
e di circostanza, nelle cosiddette rinnovabili con una citazione finale della
tecnologia dell’idrogeno, nei confronti della quale ha ritenuto dovere
prendere le distanze persino Chicco Testa, forse perché consapevole di parlare
ad un pubblico di specialisti e non di sprovveduti cittadini che si bevono
qualsiasi cosa.
Certo, la competenza clinica del professor
Veronesi è fuor di dubbio, come la sua sincera posizione a favore
dell’opzione nucleare. Probabilmente si è trattato solo di un approccio
politico-diplomatico, non di una cantonata fideista. Però, il Presidente della
futura Agenzia deve parlare chiaro e non alimentare equivoci, per non creare
disorientamento e confusione e, soprattutto, per un’immagine di credibilità
che non deve venire in alcun modo incrinata. Chiedo
pertanto al professor Veronesi, qualora effettivamente assumesse
l’incarico di non prendere mai posizioni sulle quali potrebbe venire
platealmente contraddetto, cosa che metterebbe in dubbio la sua credibilità.
Peggio se la fiducia nelle cosiddette rinnovabili, che anche in iterati
commenti ad articoli su “il Giornale” ho
definito uno sorta di cancro che con le sue metastasi rischia di uccidere il
sistema energetico elettrico e, di conseguenza l’economia nazionale, di
cui Alcoa e casi omologhi sono indicatori emblematici
di come il caro bolletta faccia fuggire le imprese a cominciare da quelle a più
alta intensità energetica. Ora la minaccia viene dalla Fiat in blocco e persino
da una nota produttrice di calze da donna. Accanto a queste notizie la leggenda
metropolitana delle rinnovabili che creano posti di lavoro, ma che devono
venire “incentivate” con generosissime regalie. Costano molto meno
i “posti di lavoro” dei forestali di una certa regione nota per
questi suoi approcci di politica economica e di sviluppo.
Certo, il professor Veronesi è uno
scienziato di fama e di prestigio. Allora perché non affidare, per proprietà
riflessiva, centri come il suo a ingegneri di chiara fama, o a prestigiosi
architetti. Come? Non hanno competenza medica. Perché il professor Veronesi ha
forse competenza ingegneristica specifica? Gli auspici che ha
espresso nei confronti delle rinnovabili, pur con il beneficio
dell’approccio politico-diplomatico, portano ad ipotizzare che potrebbe
non averne alcuna. Se così fosse realmente, come potrebbe dirigere, decidere, prendere posizione, soprattutto in un dibattito a tesi
contrapposte.
Più che il ministro Prestigiacomo o il
sottosegretario Saglia sono il Governo e la
maggioranza che teoricamente lo sostiene a tentennare, a essere pavidi e non
prendere posizioni nette e decise, a cercare la condivisione di una opposizione
ideologicamente ottusa come l’attuale italiana. Le cosiddette
rinnovabili, a parte l’energia idraulica che è poi quella che da il maggiore contributo tra esse, sono un cancro da
estirpare al più presto. Non sono affermazioni ideologiche, ma argomentate in
maniera che riteniamo comprensibile anche al più sprovveduto in materia
tecnica, purché non in malafede.
Stavo accingendomi a redigere un comunicato
stampa sull’argomento, quando ho preso visione dell’appena acceso
blog sull’argomento sul quale dirotto il mio intervento. I nomi
alternativi non mancano. Il collega Giusto Buroni del
Cirn Lombardia ne suggerisce almeno quattro: Marco
Campari, Sergio Garribba, Alessandro Ovi, Ennio Guidotti. Nella news letter interna che scambiano tra noi rimanda ad internet
per le qualificate referenze delle persone che cita.
Personalmente ritengo altrettanto
qualificati all’incarico, in quanto ingegneri di settore, il professor
Maurizio Cumo dell’Università di Roma, il cui
nome era stato fatto nelle settimane passate, o, per conoscenza diretta
personale, il professor Marino Mazzini dell’Università di Pisa con cui ho
avuto occasione di trovarmi a difendere la scelta nucleare in casa
ambientalista e con pubblico ostile, quali ad esempio in un dibattito alla
Festa Nazionale (denuclearizzata) di Lega Ambiente.