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Commento di Marauder

su "Acciaio" di Silvia Avallone: istruzioni per l'uso


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Marauder 9 maggio 2010 01:44

Sono un piombinese che ha letto il libro sull’onda delle polemiche scaturite alla sua pubblicazione. Sfortunatamente non sono d’accordo sulll’avvertenza relativa al fatto che i non piombinesi debbano "non prendere assolutamente per realistica l’immagine poco felice di Piombino che emerge da “Acciaio” in quanto, all’opposto, è talmente realistica come solo può esserlo chi ha "visto" con occhi neutri. La Avallone non è nata a Piombino né ci vive, ma ci è stata, pertanto ha fatto in tempo a non essere contagiata dai fumi delle acciaierie che qualcosa sicuramente contengono e che agisce in modo psicotropo sul cervello dei suoi abitanti, in particolare nelle aree corticali adempienti le funzioni del buon senso. Dico questo perché ritengo Acciaio un monumento, un monolite, una colata di metallo fuso, come allegoria per la "fusione" celebrale dei suoi abitanti. Dura come l’Acciaio è l’ipocrisia che regna sovrana in città; una città un tempo chiamata la "piccola Russia" e dove, nei tempi e luoghi del romanzo, il solo sentir dire che Lucchini vendeva ai russi ha generato preoccupazione, e dove ora, nei tempi di questi interventi e recensioni, il solo sentir dire che i russi vendo ai cinesi far star peggio. Alla faccia della "Rivoluzione Culturale"... I piombinesi votano a sinistra perché oramai è una tradizione "radicata nel territorio", me pensano da leghisti, tanto per dare una connotazione in termini "politici" al discorso. Non m’interessano i giudizi di carattere letterario al libro, non m’interesso di letteratura a questo livello e pertanto li lascio al lettore; tanto meno m’interessano le questioni femminili. M’interesso di scienza e quindi reputo scientifica l’analisi che emerge dal romanzo nella parte concernente i suoi personaggi. Scientifica è la trasformazione del pensiero operaio da prodotto grezzo, storico, a prodotto finito, fresato e lucidato dall’antistoria, dalle società dei consumi e dal messaggio dei media. Li ho conosciuti personalmente quelli che nel romanzo sono personaggi di fantasia, perchè quei caratteri esistono e ci sono, a Piombino come altrove; è incredibile dover dire al resto delle persone che Piombino non è così, come se anche altrove non ci fossero i soliti caratteri!


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