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Commento di Gianni Galdi

su C'è posta per noi: la rete e la politica


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Gianni Galdi Gianni Galdi 13 gennaio 2010 20:21

Quando il prof. E. R. Caianiello, 36 anni fa, nell’anno accademico 1972/73, nella sua prolusione al primo corso di Cibernetica presso l’Università di Salerno, cominiciò a parlare di Romolo Augustolo, molti si guardarono perplessi.

Il prof. Caianiello ci raccontò che: "quando cadde Romolo Augustolo, nel 476, probabilmente nessuno si accorse che l’Impero Romano era finito per sempre". Solo la prospettiva storica avrebbe poi collocato il quel momento l’inizio del Medio Evo. Allo stesso modo, ci disse, voi non vi rendete oggi conto che le tecnologie dell’informazione ci hanno portato in una nuova epoca, che gli storici del futuro faranno partire da una data precisa.

Michele Mezza, con la sua sensibilità, ci avverte dei sintomi di una svolta già avvenuta che è irreversibile ed inesorabile come tutte le svolte storiche. Dobbiamo solo raggiungere nella nostra mente la consapevolezza che "le nuove forme di politica a rete, di networking della partecipazione" hanno un potere innovativo eccezionale, Il passaggio dalla cooptazione-per-fedeltà, metodo attuale di selezione della classe politica, alla selezione per sintesi di intelligenze è non solo necessario, ma anche possibile.

Cominciamo. Anche perché quella politica che vediamo liquefarsi non verrà a cercarci: non è in grado di percepire il cambiamento, piuttosto ne sarà travolta.


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